lunedì 15 marzo 2010

Strascinati con la menta conditi con vaghi ricordi lucani


Quando ho letto del contest organizzato da Paoletta e da Angela ho subito pensato che fosse una bellissima idea ed ho cominciato a far luce nei miei ricordi di bambina.
Radici lucane - capitolo 1.
Mio papà è nato in Basilicata e dopo un'infanzia passata a curare i maiali nelle campagne vicino a Senise  - da piccola mi ritenevo molto fortunata dato che non dovevo curare nessun maiale! - è stato portato da sua madre vicino a dove vive ora, non lontano da Milano. Quando ero piccola e la mia nonna paterna era ancora viva mi ricordo che ogni giovedì sera - l'unico giorno libero di mio padre - andavamo a cena da lei, che puntualmente preparava quelle che io e mio fratello chiamavamo "la specialità della nonna": pasta fatta in casa con le bucce e alette di pollo con le patate. Mia nonna era una donna molto dinamica, amante della campagna, che ha sempre lavorato la terra, sia quando da giovane viveva in Basilicata, rifugiandosi da un matrimonio impostole, sia quando si è trasferita in queste zone. A "causa" sua ho sviluppato una paura incontrollata delle galline - che esiste ancora! -  che teneva del suo "orto-giardino".
Poi quando ero ancora una bambina mia nonna si ammalò e fu trasferita in Calabria, a vivere con una zia, e i nostri contatti si fecero via via vaghi, limitati purtroppo a brevi telefonate in cui non sapevo mai cosa dirle se non "come stai, come stanno gli zii, com'è il tempo" oppure ogni tanto, quando lei mi chiedeva qualcosa io non capivo mai cosa mi stesse chiedendo, non riuscendo a tradurre quel suo strano e per me incomprensibile dialetto che solo anni dopo scoprì essere tipico delle sue zone d'origine.
Se c'era qualcuno che avrebbe potuto insegnarmi qualcosa sulle tradizioni e sulla gastronomia regionale era lei, lucana con alle spalle anni di convivenza con un compagno napoletano da cui aveva imparato anche le classiche ricette della cucina napoletana, ma io all'epoca ero solo una bambina e oggi riesco a ricordare qualcosa della sua cucina scavando nella mia memoria.
Dicevo che una delle sue specialità per noi era la pasta fatta in casa, ed io, abituata a vedere la pasta bella e perfette nelle vetrine del pastificio del paese, pensavo che lei non fosse brava a farla, dato che quello che ci proponeva era non proprio bellissimo a vedersi; solo di recente ho capito che si trattava di formati tipici, come gli strascinati a 5 dita, i frizzuli che lei faceva con il ferretto ricavato da un ombrello e forse anche delle lagane. Poi, da bambina schizzinosa quale ero, mi impressionavo a mangiare il sugo con le bucce, ovvero fatto senza togliere la pelle al pomodoro - da notare che ora raramente quando preparo un sugo di pomodoro elimino la sua pelle! Per questo ho deciso che per partecipare a questo contest avrei fatto una pasta, ma non potendo chiedere a nessuno la ricetta ho preso in prestito quella di Tinuccia, i cui post spesso mi aiutano a scavare nei ricordi di quegli anni.

Radici lucane - capitolo 2.
Quando ero una bambina convinta di vivere nella grande città - ed invece vivevo nel paesino in provincia di Milano immerso nelle risaie - durante una vacanza in Calabria mio padre e mia zia decisero di andare a visitare Senise, il paese in cui erano cresciuti e dove vivevano molti dei parenti mai conosciuti prima. Per me fu come entrare in un altro mondo: la festa di San Rocco, i botti, i balli con i ceri pesantissimi in testa, le donne vestite di nero con le treccia chiusa in testa, le bacinelle appoggiate sulla treccia e un asino a fianco, le stradine strette e diroccate, le casette piccole e addossate a queste stradine, e file di peperoni appese ai balconi... Noi in balcone avevamo i gerani, loro i peperoni - che poi ho scoperto essere i rinomati peperoni cruschi! Ricordo la trafila di parenti che abbiamo conosciuto, vecchiette dell'età di mia nonna che chiamavano mio padre - allora quarentenne - "zio" - perchè in effetti biologicamente lo era, ma io ero stranita al pensiero di avere cugine ultra settantenni! Ricordo un invito a cena alle 10 di sera (e io che pensavo che cenare alle 20 fosse tardi, dato che i miei compagni di scuola cenavano al massimo alle 19.30!) a base di frise e pomodori  con il mio pensiero fisso: "ma che cena è questa??", e poi ricordo che alcune vecchiette ci regalarono un formaggio tipico di cui mi sono innamorata al primo assaggio, il casaricotta - che poi ho scoperto essere cacioricotta, ma io all'epoca capivo casaricotta, quelle rare volte che capivo quello che dicevano...

Tutto questo vagare nei ricordi per spiegare la ricetta che ho scelto di fare, ovvero gli strascinati con la menta, che non avevo mai assaggiato prima... però gli strascinati, come detto, sono un ricordo legato a mia nonna, e i peperoni cruschi sono legati alle mie vacanze passate in Basilicata... la menta dona quel tocco di primavera di cui da giorni sono trepida attesa. Ho trovato questa ricetta sul web, credo in un sito della regione Basilicata (non ricordo bene), mentre per gli strascinati ho seguito quando scritto tempo fa da Tinuccia... In realtà la ricetta prevedeva anche un pò di  rafano grattuggiato ma io non l'ho trovato...Mi spiace non poter raccontare nulla del piatto in sè, ma forse ho già scritto abbastanza di quel che mi lega a questa regione.

Come forse si sarà capito, con questa ricetta partecipo al contest organizzato da Paoletta ed Angela, Puglia e Basilicata a tavola

Ingredienti:
300 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
acqua tiepida quanto basta
sale
un peperone crusco
un pezzo di lardo, circa 120 g
mentuccia fresca

Su una spianatoia fare un fontana con la semola e versarvi al centro un pizzico di sale e l'acqua, ed impastare il tutto per almeno 10 minuti, ottenendo un impasto compatto. Farlo riposare coperto per circa 30 minuti, dopo ciò formare dei serpentelli  spessi circa 1 cm e tagliarli a pezzetti di 3 o 4 cm. Premere contemporamente con 3 o 4 dita su ogni pezzetto, trascinandolo verso di sè. Io li ho lasciati chiusi, mentre ad esempio Tinuccia preferisce aprirli con la mano. Farli riposare per almeno 20 minuti prima di cuocerli in acqua bollente salata. Per quanto riguarda i tempi di cottura io ho calcolato circa 9 minuti.


Mentre gli strascinati sono in pentola preparare un battuto con il lardo e farlo sciogliere in una padella, aggiungere poi il peperone crusco privato dei semi e sminuzzato e togliere da fuoco dopo 1-2 minuti. Condire gli strascinati scolati dall'acqua di cottura  con il battuto e il peperone, unire della mentuccia tritata e servire a tavola.






7 commenti:

tepperella ha detto...

bellissima questa pasta! sono rimasta incantata davanti al tuo racconto!

jasmine ha detto...

Cavolo che brava Gloria, la pasta è bellissima!

Sei andata a Fa la cosa giusta questo weekend?

Baci

Gloria ha detto...

@Tepperella: grazie mille, rivedendo il post mi accorgo di avere scritto tantissimo!
@Jasmine: grazie! Purtroppo ho lavorato tutto il weekend e non sono riuscita a d andarci, per la prima volta da quando è nata! tu sei andata? com'era?

Serena ha detto...

Sai che i tuoi ricordi mi hanno un po' commossa... Da profana, ti dico che il sud si somiglia tutto e che anche i periodi che ho passato in Calabria mi hanno lasciato sensazioni simili. La pasta con la menta me la segno ;-)

terry ha detto...

Io quando vedo ste meraviglie resto basita!!!...e mi sento una chiavica...mai fatto pasta così in casa!!!
troppo brava!!! condimento ottimo!!!:)

Fra ha detto...

Anche mio nonno era di potenza! Purtroppo non ho mai avuto occasione di parlare con lui di cucina. Si trasferì a bologna con la sua famiglia molto giovane e fu sua moglie di origini beneventine a dare più impronta alla cucina di famiglia. Però devo chiedere a una delle mie zie se c'è una ricetta lucana che ancora ricordano, perchè mi piacerebbe proprio partecipare a questa raccolta ;) Intanto complimenti per la tua ricetta, in un qualche modo la trovo estremamente familiare :)
Un bacione
fra

Anonimo ha detto...

Rimango sempre a bocca aperta di fronte alla bellezza di questi formati di pasta e alla bravura di chi li realizza. Complimenti... Maura

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