venerdì 24 dicembre 2010

Un augurio sincero


Eccoci arrivati finalmente a Natale. Gli ultimi mesi sono volati ancor più velocemente del previsto, nel bene e nel male, e ormai siamo arrivati agli sgoccioli di questo 2010.
Non so cosa mi riserverà il prossimo anno, sicuramente ci saranno grandi cambiamenti: per esempio per qualche mese sarò senza un tetto "mio", divisa tra casa dei miei suoceri e dei miei genitori, in attesa del mio nido d'amore... questo comporterà una assenza forzata dai fornelli e forse di conseguenza anche dal blog (dato che non avrò nemmeno la connessione internet - forse).
Negli ultime settimane ho provato sentimenti molto contrastanti circa la situazione "di limbo" che mi aspetta per i primi mesi del 2011, ma nonostante tutto la cosa che più mi importa è vivere serena con le persone che amo, con le mie passioni e senza paure. Questo è quello che desidero per il mio 2011.

Auguro a tutti buon Natale ed un felice 2011.

domenica 19 dicembre 2010

Torta di ricotta all'arancia in crosta cioccolatosa


Questa è la torta che ho preparato per il compleanno della mia dolce metà. Anche questa ricetta, come quella dei panini dolci, è tratta dal fantastico "Falling Cloudberries" di Tessa Kiros, un libro a mio avviso bellissimo che, tanto per rimanere in tema, potrebbe essere un bel regalo di Natale! 
In questo caso ho apportato qualche lieve modifica, soprattutto per quanto riguarda le quantità; dovendo trovare un neo a questa torta direi di usare un uovo in meno nel ripieno, dato che a cottura ultimata le uova sono un filo troppo evidenti come sapore... Tant'è che mio suocero dopo averla assaggiata mi ha detto: "Buona questa torta, ma è una frittata di ricotta?!"

Ingredienti:
100 g burro morbido
85 g di zucchero
150 g di farina
30 g di cacao amaro in polvere
un uovo sbattuto

3 uova sbattute
130 g di zucchero
la scorza di un' arancia bio
600 g di ricotta di pecora
3 cucchiai di succo di arancia

In una ciotola lavorare il burro e lo zucchero fino ad ottenere una crema morbida, incorporarvi quindi la farina e il cacao setacciati e aggiungere l'uovo sbattuto, lavorando il composto che sarà dovrà risultare morbido, formare quindi una palla, ricoprirla con della pellicola alimentare e metterla in frigorifero per almeno un'ora.
Con un mattarello stendere un disco di pasta abbastanza grande da ricoprire uno stampo a bordi alti di circa 24 cm di diametro, ricoprirlo con un foglio di carta da forno e dei pesi (fagioli o simili) e far cuocere in forno già caldo a 180° per circa 25 minuti, dopo ciò eliminare i pesi e la carta da forno e continuare la cottura per altri 10 minuti, fino a quando il gusto si sarà asciugato.
Per il ripieno montare le uova con lo zucchero ottenendo un composto cremoso, aggiungere la ricotta, la scorza d'arancia grattuggiata e il succo d'arancia, amalgamare il tutto e versarlo nella crosta al cioccolato, cuocere quindi in forno a 180° per circa 40 minuti, o fino a quando il ripieno sarà sodo. Sfornare e servire tiepida o fredda.

lunedì 13 dicembre 2010

Colazione con i panini dolci alla cannella e cardamomo

 
Alla faccia della dieta, del regime depurativo e di tutte le cose simili che dicevo con convinzione fino a poco tempo fa... Dopo l'influenza e la conseguente apple pie sono successe cose che mi hanno vista festeggiare nei modi a me consoni: ottime bottiglie di vino e spumante, ottimo cibo e fantastici dolci!
I primi festeggiamenti erano dovuti alla conclusione di una vecchia situazione lavorativa non risolta - anzi, il lavoro era terminato ma non si era vista alcuna retribuzione! - alla quale finalmente l'altro giorno ho potuto mettere una enorme pietra sopra; poi c'è stato il compleanno della mia dolce metà, per il quale mi sono concessa un intero weekend non lavorativo, durante il quale non abbiamo fatto nulla di particolare, ma abbiamo potuto finalmente godere di un pò di tempo solo per noi, senza pensare alle cose per la nostra futura casina, senza andare in giro a visionare mobili e piastrelle! Abbiamo mangiato: al ristorante, a casa, sul divano; abbiamo camminato per mezza Milano illuminata e siamo andati in libreria, a mangiare con gli occhi i libri che ci interessano.

Tra le cose che abbiamo mangiato spiccano questi buonissimi panini dolci, del tutto scopiazzati dal bellissimo "Falling Cloudberries" di Tessa Kiros.

Ingredienti per circa 35 panini:
250 ml di latte tiepido
100 g di zucchero
25 g di lievito di birra (un cubetto)
un uovo leggermente sbattuto
125 g di butto ammorbidito a temperatura ambiente
semini pestati di 3 bacche di cardamomo
un cucchiaino di sale
650 g di farina
per l'interno:
2 cucchiaini di cannella in polvere
50 g di zucchero + un cucchiaio per decorare
80 g di burro a temperatura ambiente
un uovo sbattuto

Mettere in un recipiente il latte tiepido con lo zucchero e sbriciolarvi dentro il lievito di birra, sciogliendolo; lasciarlo poi riposare per una decina di minuti o fino a quando il lievito non inizierà ad attivarsi. Aggiungere  l'uovo, il burro, il sale e il cardamomo e amalgamare bene tutti gli ingredienti; incorporare la farina poco alla volta mescolando con un  cucchiaio di legno finchè possibile, quindi proseguire lavorando l'impasto a mano per almeno 5 minuti, fino ad ottenere un impasto soffice e compatto. Coprire quindi l'impasto con un panno pulito e una copertina e farlo lievitare in luogo tiepido per almeno due ore, deve raddoppiare il suo volume.
Preparare il "ripieno" mescolando lo zucchero con la cannella e dividendo il burro in 4 parti uguali.
Su un piano di lavoro leggermente infarinato dividere l'impasto in quattro parti: prendere la prima parte, coprendo le restanti con un telo per non farle asciugare. Con il mattarello stendere un rettangolo di pasta di circa 3 mm di spessore, spalmare una parte di burro con una spatola e distribuire 3 cucchiaini di zucchero alla cannella in  modo da coprire tutta la superficie, quindi arrotolare la pasta in modo da avere un salsicciotto. Tagliare il salsicciotto di pasta come si preferisce - io sono stata meno creativa di quanto suggerisce il libro e ho formato dei semplici paninetti. Ripetere lo stesso procedimenteo con le restanti parti di pasta. 
A questo punto è possibile o congelare i panini o cuocerli subito.
Nel primo caso sistemare i paninetti  su un vassoio coperto da carta da forno, coprirli con della pellicola alimentare e metterli in freezer; appena saranno congelati sarà possibile trasferirli in dei sacchetti, quando poi si vorrà cuocerli sarà sufficiente tirarli fuori dal freezer la sera precedente e sistemarli su una teglia per poi procedere alla spennellata con l'uovo e alla cottura il mattino successivo.
Se invece non si vuole aspettare accendere il forno a 180°, sistemare i paninetti su una teglia coperta da carta da forno ben distanziati tra loro, spennellare la superficie con l'uovo sbattuto e cospargere con un pò di zucchero, quindi far lievitare per circa 20 minuti aspettando che il forno raggiunga la temperatura indicata e cuocerli per circa 20 minuti, o fino a quando non saranno dorati.

venerdì 3 dicembre 2010

Apple pie


Questa apple pie nasce dal desiderio di un ragazzo influenzato e dalla sua ragazza  - ugualmente influenzata - pronta a soddisfare la sua richiesta.
Non ci capita mai di trascorrere due giorni di seguito a casa insieme, dato che abbiamo ritmi lavorativi inconciliabili... per la prima volta in più di due anni di convivenza però ci siamo trovati malati insieme e la cosa mi è sembrata assai strana. Dopo questi due giorni forzati a letto tra furti di coperte e infusi caldi ho concluso che:
- quando le persone normali stanno male di solito non hanno molto appetito, invece noi diventiamo ancora più golosi;
- quando Qualcuno sta male è al limite della lagnosità e nonostante tutto io mi trovo sempre più immersa nelle faccende domestiche a causa sua!

Ecco la mia brutta ma buona apple pie, estremamente cannellosa - tra le altre cose ho scoperto che il profumo e il sapore della cannella mi aiutano a star meglio...

Ingredienti:
300 g di farina
130 g di burro
50 ml di acqua fredda 
un pizzico di sale

per il ripieno.
4 mele
4 cucchiai di zucchero di canna
2 cucchiai di farina
cannella a piacere 

un tuorlo 
3 cucchiai di latte
1 cucchiai di zucchero di canna

Mettere in una ciotola la farina con il sale, il burro freddo a pezzi e iniziare ad incorporare tra loro gli ingredienti aggiungendo l'acqua e ottenendo un composto omogeneo; formare una palla, appiattirla leggermente, avvolgerla con della pellicola alimentare e farla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Sbucciare le mele, privarle dei semi e tagliarle a spicchi; sistemarle in una ciotola insieme allo zucchero, alla farina e alla cannella, amalgamando delicatamente gli ingredienti  e avendo cura di non rovinare le mele.
Tirare fuori dal frigo l'impasto e dividerlo in due, stendere le due parti con il mattarello ottenendo due dischi di pasta sottili; usare il primo disco per foderare una tortiera imburrata (o ricoperta con della carta da forno), disporre quindi  il ripieno di mele all'interno e ricoprire il tutto con il secondo disco di pasta, chiudendo bene i bordi. Diluire il tuorlo nel latte, spennellare la superficie della torta, spolverizzando con lo zucchero di canna.
Far cuocere in forno già caldo a 180° per 45 minuti o fino a quando la torta non sarà leggermente dorata. Da gustare tiepida.

venerdì 26 novembre 2010

Crema di broccolo romanesco alle nocciole

 
In certe serate fredde e buie una crema di verdure è quello che serve. per riscaldare corpo e mente. Ieri sera questa crema di broccolo romanesco  ha fatto egregiamente il suo dovere, nonostate le piccole peripezie affrontate per poterla preparare - si legga lampadina della cucina fuori uso e Gloria troppo tappa per poterla sostituire. In fondo però cucinare al buio con la luce di una pila d'emergenza ha anche il suo lato romantico, soprattutto se si ha tra le mani un broccolo romanesco, ortaggio che personalmente trovo estremamente affascinante :-)
Ho trovato la ricetta di questa crema su Cucina Naturale, poi come spesso accade l'ho stravolta per adattarla al mio gusto e a ciò che il mio frigo offriva...

Ingredienti:
un broccolo romanesco
una patata di dimensioni medie
un bicchiere di latte
2 bicchieri d'acqua
due manciate di nocciole tostate
2 cucchiaia di olio extravergine d'oliva
sale, pepe

Pulire il broccolo, dividerlo a cimette e sistemarlo in una pentola con la patata sbucciata e tagliata a piccoli pezzi, il latte, l'acqua e il sale. Far cuocere per circa 20 minuti dall'ebollizione, o finchè le verdure non saranno tenere, quindi frullare il tutto con il minipimer ottenendo una crema*, rimettere sul fuoco per qualche minuto aggiungendo un pò d'acqua se necessaria per raggiungere la consistenza desiderata. 
Frullare le nocciole con l'olio fino ad ottenere una granella piuttosto densa**. 
Servire la crema nei piatti, aggiungere poco pepe appena macinato se piace e distribuire sulla superficie l'olio con le nocciole. 

*Io ho salvato alcune cimette perchè Qualcuno si lamenta sempre dicendo che frullo sempre qualsiasi cosa!
** Idea copiata da Virginia qui.

martedì 23 novembre 2010

Cupcake pere e cioccolato con copertura goduriosa


Ieri ho avuto la scellerata idea di acquistare delle batterie nuove per la bilancia che giaceva in bagno ormai inutilizzata da mesi... Appena sistemate le batterie nuove, presa dall'impulso di dimostrare a me stessa e a Qualcuno che nonostante tutto nessun chilo cattivo si era aggiunto ai miei abituali rotolini, sono salita tutta contenta e... orrore! Mai visto una numero così alto sotto i miei piedi nudi! Quindi da oggi corro ai ripari e mi rifugio in una sorta di dieta, promettendo a me stessa di dare un calcio alla pigrizia e di fare anche un pò di movimento.
Questi dolcetti, chiamiamoli pure i cupcakes, sono quindi gli ultimi dolcetti ultracalorici che posto :-( almeno per le prossime settimane!
Avrei voluto farne altri, forse più elaborati e meno banali, ma pazienza! Questi sono buoni, anzi buonissimi, e ieri mi sono goduta l'ultimo superstite fino all'ultima briciola.

Con questa ricetta partecipo al bel contest Swirl me up di Gaia e Alice


Ingredienti per 14 cupcakes:
230 g di farina
30 g di cacao amaro
110 g di zucchero
un cucchiaino e mezzo di cremor tartaro
20 cl di latte
un pizzico di fleur de sal
2 uova
120 g di burro da centrifuga
una pera
200 g di formaggio cremoso tipo Philadelphia
55 g di zucchero a velo
2 cucchiai di whisky

Lavorare il burro morbido a pomata con  lo zucchero, aggiungere poi le uova, imporporandole al composto una alla volta e in seguito la farina setacciata con il cacao e il cremor tartaro e il fleur de sal, amalgamare bene il tutto aggiungendo il latte; unire quindi la pera sbucciata e tagliata a piccoli pezzi. Versare il composto negli appositi pirottini riempiendoli per 2/3 e cuocere in forno già caldo a 180° per circa 20 minuti, dopo di che sfornarli e farli raffreddare.
Preparare la copertura mescolando il formaggio con lo zucchero e il whisky ottenendo una crema morbida ma soda, farla riposare quindi in frigorifero per almeno 30 minuti prima di versarla in una sac à poche e usarla per ricoprire la superficie dei cupcakes.

giovedì 18 novembre 2010

I forni son desideri...



Quando alla pigrizia innata si unisce la ricerca quasi ossessiva di informazioni tecniche, commenti, giri espositivi e progettazione quasi totale di una nuova casa può succedere che una pseudo-blogger latiti dalla sua stessa creatura - come sono sentimentale - e dai blog che più le piacciono. Spesso la latitanza è estesa anche alla cucina, con conseguenze spaventose: torte che non lievitano, cibi non propriamente sani e cucinati un pò a casaccio, gorgonzola a go go, qualche chilo di troppo.
Ora, in attesa di confermare il tutto, le "strutture" sembrano essere definite: avremo la parete della sala così come l'abbiamo disegnata noi, la cucina che per mesi abbiamo studiato, l'armadio, i comodini... dobbiamo solo definire i colori, trovare un buon letto, il divano adatto alle nostre misure e ... scegliere gli elettromestici! Soprattutto ho difficoltà con la scelta del forno. Ho sempre desiderato un forno tutto mio, sin da piccola, quando facevo i capricci per avere il dolce forno - desiderio mai realizzato! Dopo anni spesi cercando di assecondare forni vecchi con modalità di cottura da improvvisare vorrei scegliere un buon forno,  ma appena penso di aver trovato quello giusto mi ritrovo a leggere un commento negativo :-( 
Quindi ho pensato di chiedere un consiglio a chi dal proprio forno ottiene delizioni manicaretti... Voi che forno avete?
In attesa di consigli, ecco un dolcetto adatto a rallegrare una giornata di dubbi e di pioggia...

Tortina brulè di zucca
Ingredienti per 8 tortine:
per la pasta sablèe (direttamente da Felder)
250 g di farina
90 g di zucchero
140 g di burro
un tuorlo 

per la creme brulè:
2 tuorli
250 g di panna fresca
70 g di zucca
50 g di zucchero 
cannella
zucchero di canna per la caramellatura finale

Versare la farina setacciata e lo zucchero in un recipiente, aggiungere il burro a pezzetti e lavorare il tutto con la punta delle dita fino a ottenere un composto sabbioso. Aggiungere quindi il tuorlo ed impastare velocemente, formare una palla, coprirla con della pellicola e lasciarla riposare in frigo per almeno 2 ore.  
Con il mattarello stendere la pasta negli appositi stampi, bucherellare il fondo e far riposare nuovamente in frigo per circa 20 minuti, quindi infornare i gusci di tortine nel forno già caldo a 190° per circa 20 minuti, o fino a quando non saranno leggermente dorate. Intanto preparare la crema.
Tagliare a dadini la zucca già pulita, metterla in un pentolino con la panna e farla cuocere per circa10 minuti, o finchè non sarà tenera, quindi frullare il tutto. In una ciotola lavorare i tuorli con lo zucchero e la cannella, versarvi poi la panna con la zucca mescolando continuamente. 
Filtrare con un colino distribuendo il composto nei gusci di pasta, e rimettere in forno caldo per circa 15-20 minuti ancora - la crema dovrà essere piuttosto morbida al centro; far raffreddare e riposare successivamente in frigo. Al momento di servire cospargere sulla superficie un cucchiaio di zucchero di canna e caramellare con l'apposito cannello.

venerdì 12 novembre 2010

Muffin alle spezie rosa



Sostituendo la creme fraiche al burro (o olio) nei dolci ho scoperto l'acqua calda, lo so, ma mi piace molto l'effetto "soffice garantito" che riesce a conferire. Creme fraiche a parte questi muffin non hanno niente di particolare, se non l'uso di un mix di spezie dal profumo inebriante che ho acquistato qualche tempo fa al Naturasì... Il profumo è davvero fantastico! Il suo prossimo utilizzo da parte mia sarà in un coccoloso e rassicurante risolatte, che da un po' mi manca.
Dopo questa piccola introduzione profumata e leggera vado a prepararmi per una missione segreta - più o meno - che mi vedrà in terra pugliese per un giorno... Missione a parte so già che approfitterò della mia trasferta per:
- andare a mangiare un buonissimo panzerotto fritto da Gigi la puzza;
- comprare e successivamente mangiare della stracciatella;
- concedermi un piccolo sospiro (è un dolce tipico) a merenda;
- fare la fila per una ruota di focaccia barese;
Spero di trovare il tempo per fare anche il resto ;-)

Ingredienti per 12 muffins:
250 g di farina
200 g di creme fraiche
1 e 1/2 cucchiaio di mix di spezie contenenti pepe rosa, fragola in polvere, petali di rosa, pezzi di lampone, coriandolo e vaniglia
100 g di zucchero
1 uovo
10 cl di latte
2 cucchiaini di cremor tartaro
un pizzico di sale
una punta di bicarbonato
In una ciotola setacciare la farina e il cremor tartaro con lo zucchero, il sale e il bicarbonato; in un altra ciotola mescolare l'uovo con la creme fraiche e il latte. Versare quindi gli ingredienti umidi su quelli secchi, unire il mix di spezie e amalgare il composto con un cucchiaio. Riempire per 2/3 dei pirottini e cuocere in forno già caldo a 190° per circa 20 minuti, o finchè non saranno cotti, quindi sfornare e far raffreddare su una griglia.

mercoledì 10 novembre 2010

Metti un finocchio a cena...


Gli ingredienti di questa semplice ricetta possono essere sintetizzati così: ironia+intelligenza versus pregiudizio e ignoranza. L'iniziativa di  Gaia e di Madama Bavareisa è di quelle simpatiche ed ironiche che ci invitano a scendere in campo - o in cucina in questo caso - per manifestare il nostro dissenso attraverso la nostra passione comune, la cucina.
Penso di non essere l'unica ad essere terribilmente disgustata ed annoiata dalla situazione attuale.
Basta con le battute idiote che insultano la nostra dignità e intelligenza.
Basta con inutili e stupidi pregiudizi che ci fanno ogni volta regredire ad uno stato primordiale - forse.
Basta con le etichette.

Aggiungo in extremis la mia voce a tutte le altre che partecipano a questa iniziativa con una vecchia ricetta che ha come protagonista il finocchio: bello, buono e salutare. Le dosi di peperoncino possono essere aumentate a piacere proporzionalmente al grado di silvitudine dell'ospite.




Ingredienti:
due finocchi
un pò di cipolla, sedano e carota per il soffritto
circa un litro e mezzo di brodo vegetale bio senza sale
un peperoncino fresco
olio extravergine d'oliva
sale
qualche seme di finocchio

In una pentola far soffriggere cipolla, sedano e carota tritati in poco olio, aggiungere poi i finocchi lavati e tagliati a piccoli pezzi, coprire con il brodo, regolare di sale e far cuocere per 25 minuti circa con il coperchio. Trascorso questo tempo frullare tutto con un minipimer ottenendo una zuppa liscia e non molto cremosa ( io ho lasciato anche qualche pezzetto di finocchio intero), servire a tavola ed aggiungere dei pezzi di peperoncino - il mio era particolarmente piccante - un filo d'olio e un cucchiaino di semi di finocchio.

lunedì 8 novembre 2010

Pizzoccheri's crumble, più o meno


Le mie settimane avanzano tra mille dubbi, cattive notizie e nessun riconoscimento di merito, e a volte l'entusiasmo cala bruscamente per motivi inaspettati. Ultimamente una sorta di pessimismo universale accompagna le mie giornate... Per fortuna che c'è la cucina che mi solleva. Cucinare, amalgamare ingredienti, mettere le "mani in pasta" e sentire i vari profumi che di volta in volta escono dal mio forno per me è una fantastica terapia di benessere (forse per la mia pancia e i miei fianchi non è la stessa cosa, ma non mi interessa!). Quindi approfitto di questa fonte personale di benessere finchè posso, dato che dopo Natale starò senza cucina e possibilità di cucinare per alcuni mesi!
Ho scoperto di amare alla follia i crumble in ogni loro declinazione, quindi appena ne ho la possibilità ne preparo uno. Questo è l'ultimo nato, una sorta di rivisitazione dei classici pizzocheri valtellinesi di cui ultimamente ho tanta voglia. Posso dire che in casa è stato molto apprezzato?!

Ingredienti (per 3 pirofile piccole o una grande):
mezza verza
5 patate
200 g di formaggio casera
60 g di farina di grano saraceno
60 g di farina 00
80 g di burro
sale

Pulire la verza e tagliarla a listarelle, eliminare la buccia delle patate e tagliarle a cubetti regolari; cuocere verza a patate in una pentola d'acqua salata finchè saranno tenere - nel mio caso sono serviti circa 30 minuti - quindi scolarle bene.
Preparare le briciole mescolando con la punta delle dita le farine, il burro tagliato a pezzi e del sale fino a ottnere delle briciole più o meno grandi (a piacere si può aggiungere anche del parmigiano grattuggiato). 
In una pirofila creare uno strato di verza e patate, aggiungere il casera tagliato a piccoli pezzi e coprire quindi con le briciole ottenute; cuocere in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti o finchè la superficie sarà dorata. Servire caldo o tiepido.

domenica 31 ottobre 2010

Un Halloween un pò diverso....


Prima che anche in Italia arrivasse Halloween ad occupare un posto più o meno speciale nel nostro calendario, la zucca per noi bambine era il simbolo della fiaba per eccellenza, Cenerentola.
Da piccole molte di noi sognavano la propria zucca trasformarsi in carrozza per portarci al ballo dal principe, mentre oggi la zucca, in questo periodo particolare dell’anno, viene intagliata per creare figure più o meno terrificanti.
Quest’anno cosa ho combinato con la mia zucca per Halloween? Ho unito la fiaba all’occorrenza, scavando e pulendo la mia“carrozza” e trasformandola in qualcosa di buono e gustoso. Niente ballo, niente cappello da strega, niente “dolcetto o scherzetto” : solo un’ottima cena per due.
Per questa volta per le ricette guardate qui:





venerdì 29 ottobre 2010

Banana bread


Paradossalmente non ho mai cucinato tanto come in quest'ultima settimana! Su commissione, per amicizia, per una insanabile voglia di dolce... Insomma, quando non ero al lavoro ero davanti al fornello!
Nonostante questa full immersion in cucina, ieri sera, mentre ero ancora invasa da pezzi di zucca in ogni minimo spazio della cucina-buco, mi è venuta voglia di fare un banana bread che avevo visto tempo fa da Alex.
La cosa buffa è che io ho sempre odiato le banane, come ho già raccontato qui. Ma questo banana bread mi chiamava, e quando un dolce chiama Gloria, Gloria non può resistere.
Questo cake é veramente buonissimo  - non ne avevo dubbi, Alex e le sue ricette sono sempre una garanzia! - e il profumo che esce dal forno durante la cottura è di quelli che ti mette subito di buonumore. 
Ecco il mio profumatissimo banana bread.

Ingredienti:
125 g di burro morbido
125 g di zucchero di canna
2 uova
2 stecche di vaniglia
4 banane mature
300 g di farina
un cucchiaino di bicarbonato
un pizzico di sale
cannella
60 g di mandorle tritate grossolanamente

Montare lo zucchero con il burro fino ad avere un composto spumoso, unire poi le uova e i semi estratti dalle stecche di vaniglia e continuare a lavorare per qualche minuto. Schiacciare bene le banane e aggiungerle al composto, unire poi la farina setacciata, il bicarbonato e il sale e amalgamare gli ingredienti senza lavorare troppo il composto; aggiungere quindi la cannella e le mandorle tritate e versare il tutto in uno stampo da plumcake imburrato, cuocere nel forno già caldo a 180° per circa un'ora (fare sempre la prova dello stecchino per controllare la cottura: il cake sarà pronto quando infilando uno stecchino nel cake questo uscirà completamente asciutto). Fare quindi raffreddare il cake su una griglia.

lunedì 18 ottobre 2010

Post rosa


Rosa, come il fiocco che è stato messo sulla porta di casa il giorno in cui sono nata.
Rosa, come il mio colore preferito da bambina.
Rosa, come il colore che scaccia la paura.

La prevenzione è importante e dobbiamo ricordarlo sempre, tutti i giorni, tutte le settimane, tutti i mesi. 
Non nascondiamoci dietro a scuse inutili quanto stupide del tipo "non sento nulla, sto benone", "non ho tempo", "in famiglia non ho precedenti, mi sento sicura", "ho paura di ciò che potrei scoprire".
Prendiamoci cura di noi stesse e delle persone che amiamo. Preveniamo, sempre e comunque.
Passiamo parola.




venerdì 15 ottobre 2010

Cake con pere e grappa alla vaniglia


Della serie "a volte ritornano" eccomi qui con una sofficissimo cake perfetto per la colazione! Senza dubbio è il cake più soffice che io abbia mai fatto!
Ogni tanto compro qualcosa senza avere bene in mente cosa farci, questa settimana ad esempio è toccato alla creme fraiche; poi casualmente, tra un catalogo di cucine e un preventivo di lavori di ristrutturazione mi è capitato di leggere che la creme fraiche dona ai lievitati una morbidezza incredibile, quindi l'illuminazione: la userò per un cake! A differenza di quanto ho letto in giro non ho aggiunto burro (e nemmeno l'olio, mio prezioso alleato per i cake di questo tipo solitamente), dato che 200 g di creme fraiche mi sembravano più che sufficienti... devo dire che ho fatto bene! Ma cosa c'è in questo morbidissimo cake? Delle pere decane provenienti dall'albero del suocero aromatizzate con della grappa alla vaniglia del mio papà (ho già scritto da qualche parte che mio padre si diverte ad aromatizzare le grappe con qualsiasi cosa? Ecco, l'ultima arrivata è quella alla vaniglia - di cui sto diventando una grande spacciatrice!). Squisito!

Ingredienti
230 g di farina
200 g di creme fraiche
80 g di zucchero + un cucchiaio per le pere
mezza tazzina da caffè di grappa alla vaniglia
3 pere decane
10 g di cremor tartaro
2 uova

Sbucciare le pere, tagliarle a pezzetti e farle insaporire con la grappa alla vaniglia e un cucchiaio di zucchero. 
Preparare il cake mescolando bene le uova con la creme fraiche, aggiungere poi lo zucchero, la farina setacciata e il cremor tartaro e amalgamare bene il tutto; unire quindi le pere con la grappa e versare in uno stampo da plumcake leggermente imburrato e infarinato. Cuocere in forno già caldo a 180° per circa 45 minuti.

martedì 12 ottobre 2010

Quante belle ricette con la lavanda!


Ultimamente non sono stata molto presente, ma ho una valida giustificazione: i problemi relativi alla mia futura casa mi stanno impegnando al 99%. Senza dubbio è bellissimo progettare la futura cucina, vedere decine di armadi diversi  ed anche svenire davanti a certi preventivi, ma il tempo è sempre tiranno e a volte non lascia molto spazio per altro.
Ok, giustificazione terminata, ora posso parlare di cose serie, ovvero la raccolta Lavanda, dalla terrazza alla cucina :-)
Sono entusiasta, avete inviato tante bellissime ricette, grazie di cuore a tutte! Vorrei creare un bel pdf da condividere, spero di riuscire a trovare un pò di tempo nei prossimi giorni (o forse settimane?)! 
Aspettando il pdf ecco tutte le ricette (potete sempre consultarle cliccando anche sul banner qui a fianco):

Torta di fichi e lavanda di Terry
Lemon & Lavender Curd di Terry
Muffins Albicocche e Lavanda di Terry
Farfalle integrali con mozzarelline panate di Daniela
Risotto alla lavanda mantecato con il formaggio ubriaco al vino Prosecco di Daniela
Rana pescatrice al vapore con patete rosse condita con olio aromatica alla lavanda di Daniela
Biscotti con glassa al limone profumati alla lavanda di Aniko
Focaccia e madeleines profumati alla lavanda di Aniko
Panna cotta alla lavanda di Sorriso
Biscotti burrosi alla lavanda di Sorriso
Sorbetto di pesche e lavanda di Francesca
Gelatina di pere e lavanda di Oxana
Oeufs coccotte à la lavanda, ricotta et aux légumes di Oxana
Tagliatelle alla lavanda di Valentinute
Biscotti alla lavanda di Venzone di Valentinute
Pout pourri di lavanda in 3 ricette di Genny
Zucchero e lavanda: amore a prima vista di Genny
Cake alla ryazhenka casalinga, amoli e sciroppo di lavanda di Oxana
Marmellata di mele e lavanda di Stefania
Ciambellone al cocco e lavanda di Paola
Risotto alla lavanda di Silvia
Biscotti alla lavanda di Lago di Sunflowers8
Madeleines alla lavanda di Elena
Sablè alla lavanda di Trattoria da Martina
Sfogliata di pasta fillo di rabarbaro e lavanda di Oxana
Petto di pollo al porto e lavanda di Lucy
Torta di Shakespeare alla lavanda di Rayna
Gentilina e lamponi con vinaigrette aromatica alla lavanda di Leda
Biscotti sablè alla lavanda di Ambra
Crumble di coniglio, caprino e miele al profumo di Provenza di Oxana
Padellata di pollo e peperoni alle erbe di Provenza di Terry
Bavarese alle more e lavanda di Alice
Biscotti rustici alla confettura di lavanda di Aria in cucina
Marmellata di pesche e lavanda di Terry
Marmellata di pesche, prugne e uva al profumo di vaniglia e lavanda di Katia
Biscotti ai fiori di lavanda di Martina

 Avevo promesso 3 "vincitori"...beh, le manine ingenue della mia cuginetta non sono riuscite a sceglierli - causa mancanza delle manine stesse, dal momento che non vedo la cuginetta da qualche tempo! - quindi mi sono affidata ad un meccanico e freddo generatore di numeri, a me sconosciuto fino a qualche giorno fa.
La faccio breve, dato che non sono affatto brava a introdurre questo genere di cose... 
Il piccolo pensiero a tema direttamente dalla Provenza va a:

Lemon & Lavender Curd di Terry
Oeufs coccotte à la lavanda, ricotta et aux légumes di Oxana
Risotto alla lavanda di Silvia

Un grazie di cuore a tutti voi che avete partecipato (come sono ripetitiva!), grazie alle vostre ricette ho scoperto degli abbinamenti con la lavanda che non avrei mai osato provare forse.


ps: Terry, Oxana e Silvia, mi mandereste i vostri indirizzi così posso provvedere alla consegna?

giovedì 30 settembre 2010

Polpettine di sgombro e patate


Chi mi conosce lo sa, amo i fritti ma non friggo mai, per svariati motivi, primo tra tutti la scomodità della mia cucina buco. A proposito di cucina, in questi giorni sono molto impegnata con progetti, idee e mobili per quella che sarà la mia prima vera cucina, fatta a modo mio... la cosa mi eccita un sacco! Chissà se nella nuova cucina riuscirò a friggere un pò di più (beh, non molto, giusto per togliermi qualche sfizio ogni tanto...)?!
Anyway, oggi ho "fritto" queste sfiziosissime polpettine di patate e sgombro,  che poi ho servito con delle fettine di cipolla di Tropea... una variante della mia classica (e mai postata) insalata di patate, sgombro e cipolle. Non sarà il piatto più leggero del mondo ma è buonissimo, e poi le polpettine possono essere un ottimo finger food!

Con questo piatto partecipo al contest Impiatta e Scatta di Angelo Parodi, in collaborazione con Sonia.


Ingredienti:
125 g di filetti di sgombro sott'olio Angelo Parodi
500 g di patate
timo
un uovo
pangrattato
sale
cipolla di Tropea
olio

Lessare le patate, quindi farle raffreddare, sbucciarle e schiacciare bene con uno schiacciapatate; unite poi i filetti di sgombro ben sgocciolati, il timo, regolare di sale e mescolare bene tutto fino ad avere un composto compatto (se serve aggiungere del pangrattato per renderlo più compatto). Prendere un pò del composto e formare le polpette, passarle poi velocemente nell'uovo sbattuto ed in seguito nel pangrattato. In una padella dai bordi alti scaldare dell'olio, friggervi quindi le polpette finchè non saranno colorite, quindi tamponarle con della carta assorbente e servirle con della cipolla finemente affettata o con quel che si preferisce.

venerdì 24 settembre 2010

Insalata di ceci e ciuffetti




Lo so, non è elegante parlare di pipì in un blog dove il cibo è padrone, ma voglio condividere quello che è stato l'highlight della mia settimana. L'altra sera un simpatico cagnolino mi si è avvicinato e, dopo i primi convenevoli, ha alzato la gamba e ha fatto pipì sul mio piede... Dopo il disgusto misto a risata isterica i miei dubbi sono:
- le mie gambe sembrano due tronchetti d'albero - come le gambe di Candy Candy - e il cane si è solo confuso?
- perchè tra il palo segnaletico e le gambe di altre 8 persone ha scelto proprio me?
- ma la pipì di cane porta fortuna?
Highlight settimanale a parte, l'altro giorno al mercato ho fatto una spesa di pesce compulsiva, comprando tra le altre cose dei ciuffetti di calamari, pur senza avere alcuna idea su come utilizzarli. In cerca di qualche spunto ho trovato una bella ricetta del Gatto goloso, che ho subito scopiazzato a modo mio!

Ingredienti:
400 g di ciuffetti di calamaro
200 g di ceci (messi in ammollo la sera prima)
prezzemolo
un limone bio
sale
olio extravergine d'oliva

Lessare i ceci come si è soliti fare - io ho messo i ceci con l'acqua e una foglia di alloro nella pentola a pressione e li ho ho fatti cuocere per 30 minuti dal fischio, quindi scolarli e farli intiepidire; nel frattempo sciacquare i ciuffetti e gettarli in acqua bollente salata facendoli cuocere per circa 10 minuti, poi scolarli e fare intiepidire anche loro.Unire in un'insalatiera i ceci e i ciuffetti, aggiungere un pò di scorza di limone grattuggiata e del prezzemolo e condire con un'emulsione fatta con olio, sale e succo di limone. Servire tiepida o fredda.

mercoledì 22 settembre 2010

I ravioli capresi di Lydia


La prima volta che ho sentito nominare i ravioli capresi è stata qualche mese fa, quando Lydia scrisse questa raffinata variante; qualche giorno fa poi è arrivata anche la ricetta "originale" dei ravioli capresi  e non ho saputo resistere, dovevo assolutamente provarli! Il raviolo caprese è una sorta di gnocco di farina ripieno, il cui impasto è fatto da farina e acqua bollente, proporzione 1:1.
I miei ravioli hanno bisogno di un pò di pratica - mi toccherà sacrificarmi e rifarli più spesso! - ma sono molto soddisfatta del risultato.  Ho avuto qualche difficoltà nella stesura dell'impasto che era un pò appiccicoso, così ho aggiunto altra farina, mentre per il ripieno ho usato quello che il frigo mi offriva (ma la versione con caciotta e maggiorana sarà mia molto presto!).

Ingredienti -a me sono usciti 14 ravioli, ma la mia stesura era un pò grossolana:
250 g di acqua
250 g di farina
sale
olio extravergine d'oliva

per il ripieno:
70 g di ricotta salata dura
un uovo
timo

Per il condimento:
400 g di pomorini
basilico
sale
olio extravergine d'oliva

Portare ad ebollizione l'acqua, salarla, quindi togliere dal fuoco e versare tutta la farina, aggiungendo un filo d'olio. Mescolare tutto con un cucchiaio di legno, e una volta che l'impasto si sarà un pò raffreddato continuare con le mani; lasciare quindi riposare l'impasto coperto (io ho aspettato per circa un'ora).
Preparare il ripieno mescolando la ricotta grattuggiata con il timo e l'uovo.
Preparare i ravioli stendendo la pasta con un mattarello su un piano spolverizzato con un pò di farina, tagliare dei cerchi con il bordo di un bicchiere o con un coppapasta, riempire metà dei cerchi ricavati con un cucchiaino di ripieno e chiuderli sovrapponendo i cerchi rimasti, sigillando le estremità con un pò d'acqua. Preparare il sughetto scaldando l'olio in una padella, aggiungere poi i pomodorini a pezzi, cuocerli per qualche minuto, regolare di sale ed aggiungere il basilico, nel frattempo cuocere i ravioli in abbondante acqua salata bollente per circa 7 minuti, e condirli con il sugo fresco.

lunedì 20 settembre 2010

Torta di prugne al profumo di rosa


Quanto mi piacciono le prugne!
Eppure fino a qualche tempo fa le mangiavo spesso malvolentieri, quest'anno invece no... pur avendone molte a disposizione ancora non mi sono stufata!
L'idea di aggiungere un tocco rosato - davvero piacevole e poco invasivo - a questa torta l'ho presa da questo bellissimo crumble di Azabel, che presto ovviamente dovrò provare. L'insieme è molto piacevole, anche troppo - infatti la povera torta ha avuto vita molto breve!
Buona settimana a tutti!

Ingredienti:
400 g di prugne stanley
2 cucchiai di acqua di rose (quello alimentare!)
2 uova
80 g di zucchero*
un cucchiaino di cremor tartaro
220 di farina
180 g di latte
40 g di olio extravergine d'oliva leggero e fruttato
2 cucchiai si zucchero per la superficie

* se si  preferisce si può usare più zucchero, secondo il proprio gusto

Montare per qualche minuto le uova con lo zucchero, in modo da avere un composto ben gonfio e chiaro, aggiungere poi la farina delicatamente, l'olio, l'acqua di rose,  il cremor tartaro sciolto nel latte e amalgamare bene il tutto. Versare quindi in uno stampo imburrato e leggermente infarinato, distribuire sulla superficie le prugne lavate e ben asciugate tagliate a spicchi, cospargere dello zucchero e cuocere in forno già caldo a 180° per circa 45 minuti, facendo sempre la prova stecchino per controllare la cottura.

venerdì 17 settembre 2010

Linguine con canocchie e zucchine


Non avevo mai usato le canocchie per condire una pasta. Qualche volta le ho usate per il brodo di pesce, ma mai per altri piatti. Ricordo però che sin da piccola le canocchie, o panocchie o cicale di mare, hanno sempre suscitato la mia curiosità: le trovavo bellissime! Così belle che l'altro giorno non ho resistito e le ho comprate, intenzionata a fare un brodo di pesce per la sera, solo che non avendo trovato altro pesce per il mio brodo sono tornata a casa con 200 g di canocchie e poco tempo per il pranzo, dato che le sirene del lavoro stavano iniziando a chiamarmi. Così ho buttato in padella zucchine, pomodori e canocchie e ho condito delle buone linguine. Il problema è che non ho minimamente pensato a pulire le canocchie, le ho solo passate sotto l'acqua... forse c'era qualcosa da eliminare ma poco importa, il sughetto era davvero buono e saporito, anche se la maggior parte delle canocchie era a pezzi.... beh, noi abbiamo succhiato - sì, proprio succhiato! - ogni singolo pezzo!

Ingredienti:
200g di linguine
3 zucchine piccole
una manciata di pomodori
uno scalogno
200 g di canocchie
erbe di provenza (basilico, origano, timo e santoreggia)
sale
olio extravergine d'oliva
pepe a piacere

Lavare le canocchie (e pulirle nel modo più appropriato per evitare piccole chele disperse nel piatto), tagliare lo scalogno e farlo appassire in una padella con dell'olio, aggiungere poi le zucchine lavate e tagliate a piccoli pezzi e far cuocere a fuoco vivace per 2 minuti, aggiungendo un pò d'acqua se necessario. Aggiungere poi le canocchie e in seguito i pomodori tagliati a dadini, regolare di sale,  aggiungere le erbe e far cuocere per circa 20 minuti (se serve aggiungere ancora un pò d'acqua). Nel frattempo cuocere le linguine e a cottura ultimata condirle con il sughetto e aggiungere del pepe se piace.

giovedì 16 settembre 2010

Fusi di pollo al profumo di lavanda con salsa di mirtilli


Ecco come ho consumato l'ultima manciata di mirtilli freschi... con il pollo!
Mi  piace il pollo, è molto versatile e altrettanto semplice da preparare... Lo preparo almeno una volta a settimana, a volte in mancanza di altre idee.
Questa volta ho profumato il mio pollo con dei fiori di lavanda ed aggiunto poi del miele d'acacia.... Avrei potuto usare direttamente del miele di lavanda (reduce dalla vacanza provenzale) ma nel momento clou me ne sono completamente dimenticata! 
A proposito di lavanda, ci sono ancora due settimane per partecipare alla raccolta, vi aspetto!

Ingredienti:
6 fusi di pollo
un cucchiaio raso di fiori di lavanda
mezzo scalogno
una tazza di mirtilli freschi
olio extravergine d'oliva
sale
il succo di mezzo limone
2 cucchiai di miele di acacia (in alternativa usare del miele di lavanda e rimuovere i fiori)

Bruciare l'eventuale peluria dei fusi su una fiamma, poi lavare ed asciugare i fusi; riporli in una ciotola con dell'olio, i fiori di lavanda e il sale e lasciare insaporire per almeno 45 minuti.
Preparare la salsa al mirtillo facendo appassire lo scalogno tritato in una padella con l'olio, aggiungere poi i mirtilli, regolare di sale e far cuocere per 5 minuti; quando la salsa è pronta è possibile frullarla se se preferisce liscia (io non l'ho fatto).
Cuocere poi il pollo facendolo rosolare con il suo condimento, aggiungere poi il succo di limone unito al miele, coprire e lasciar cuocere lentamente per circa 30 minuti. Servire i fusi con la salsa di mirtilli.

lunedì 13 settembre 2010

Torta frangipane con i fichi e vaniglia


Oggi è un giorno importante, secondo Qualcuno il nostro futuro dipende da come me la caverò oggi. Dovrò affrontare la burocrazia con termini che non mi appartengono, mostrarmi sicura e risoluta e non alzarmi dalla sedia finchè non avrò quel che voglio... No, non si tratta di un colloquio per un lavoro migliore - magari! - ma di una amichevole discussione in banca a proposito del mutuo per la nostra futura casa! Caricata di questa forte responabilità, sottolineata dalla profonda preoccupazione di Qualcuno, mi appresto ad iniziare la giornata con dolcezza accompagnata dalla voce di Nikki, l'amica statunitense che a fine agosto è stata qui e che mi ha lasciato un suo cd... Oltre ad essere una bellissima persona ha anche una bellissima voce!

A proposito di dolcezza, nelle mie vacanze provenzali ho assaggiato una buonissima torta ai fichi che ho provato a replicare, ottenendo alla fine una sorta di torta frangipane (credo) che è piaciuta tantissimo.... Così tanto che Qualcuno non si è nemmeno lamentato per le quantità di burro! Suggerisco però di usare più fichi, io purtroppo mi sono accorta tardi di non averne molti a disposizione...

Ingredienti:
per il guscio:
250 farina 00
150 burro di centrifuga freddo da frigo
100 zucchero
1 uovo
un pizzico di bicarbonato
un pizzico di fleur de sal

per il ripieno:
2 uova
100 g di burro di centrifuga morbido (tenerlo fuori dal frigo per circa 30 minuti)
100 di zucchero
30 farina
100 farina di mandorle
la polpa di una bacca di vaniglia

Impastare il burro a pezzi con la farina, lo zucchero, l'uovo intero, il bicarbonato e il fleur de sal aggiungendo acqua fredda sufficiente per avere un impasto omogeneo, dopo di che ricoprire la frolla con della pellicola e conservarla in frigo per almeno 30 minuti. In seguito stendere la frolla in una tortiera e conservare in frigo.
Nel frattempo preparare il ripieno lavorando a pomata il burro morbido con lo zucchero, aggiungere poi un uovo alla volta, la vaniglia e poi la farina e la farina di mandorle, lavorando bene la crema. Togliere quindi il guscio di frolla dal frigo, riempirlo con la crema e distribuire in superficie e i fichi lavati e ben asciutti a fettine. Far cuocere in forno già caldo a 180° per circa 45 minuti.

venerdì 10 settembre 2010

Torta salata con patate e peperoni al profumo di timo


Le vacanze sono ormai un ricordo - bellissimo - e il lavoro è ripreso a pieno ritmo, cioò vuol dire nel mio caso anche serate e weekend. 
Come spesso succede quando lavoro la sera, il giorno prima o il mattino stesso preparo qualcosa di "pronto subito", ovvero che può essere consumato senza pentole e fornelli non appena arrivo a casa... il più delle volte opto per una torta salata.
In vacanza ho riscoperto il timo, che giaceva semiabbandonato nel mio balcone e che ora è diventato mio prezioso alletato in cucina... lo uso davvero ovunque, apprezzandolo ogni volta sempre di più! Ecco perchè questa ricca torta ne è invasa...
Per comodità - e pigrizia - ho usato una pasta sfoglia integrale già pronta, la prossima volta mi rimboccherò le maniche e farò da me la brisè, il risultato finale credo sarà ancora migliore!
Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia integrale 
600 g di patate
1 peperone rosso
2 uova
250 g di ricotta
mezzo tomino di capra fresco
timo - a piacere
sale

Sciacquare le patate, metterle in una casseruola con la buccia, aggiungere dell'acqua fredda e portare ad ebollizione a fuoco dolce, continuando la cottura finchè non saranno tenere; scolarle, farle raffreddare e in seguito pelarle. Quando saranno tiepide o fredde schiacchiarle con una forchetta o con uno schiacciapatate, unire le uova, la ricotta, regolare di sale, aggiungere il timo e amalgamare bene il composto. Lavare il peperone, asciugarlo ed eliminare il picciolo, i semi e i filamenti bianchi interni, poi tagliarlo a dadini ed unirlo al composto di patate. Stendere il rotolo di sfoglia in uno stampo rotondo, riempirla con l'impasto di patate e peperoni, distribuire sulla superficie il tomino a pezzetti e altri rametti di timo, chiudere i bordi con l'eventuale sfoglia in eccesso e cuocere in forno già caldo a 180° per circa 50 minuti.

mercoledì 8 settembre 2010

Caviar d'aubergine


Giornata grigia e uggiosa... dov'è finita l'estate?
In giornate così mi viene voglia di stare sul divano a guardare un vecchio film accompagnata da una buona tazza di tè fumante... sono eccessiva? Forse. Ma io ho ancora voglia di sole, di sandali...  Mi piace l'autunno, ma c'è ancora tempo!
Per non scordare l'estate ecco il mio caviar d'aubergine, gustato più volte sotto il sole di Provenza.
Una piccola parentesi per raccontare l'origine del mio caviar. Nel mio viaggio in Provenza mi è stato di grande utilità una piacevole lettura, "Provenza dalla A alla Z" di Peter Mayle, una sorta di vocabolario che racconta in modo molto semplice tradizioni, curiosità e anche alcune ricette tipiche di quella bellissima regione. Come dice il caro Peter, il caviar d'aubergine, o caviale dei poveri - chiamato così perchè i semi della melanzana ricordano le uova di storione (beh, ognuno vede le somiglianze che vuole!) - probabilmente è un piatto tipico di almeno 5 o 6  nazioni, ma i provenzali l'hanno ribattezzato come un loro classico. Ad ogni modo è un buon antipasto, molto versatile che ha mi ha conquistata al primo assaggio.
Peter suggerisce di prepararlo alla griglia per dargli un sapore più particolare, ma non avendola a disposizione ho fatto a modo mio; la ricetta base prevede poi l'utilizzo di olio extravergine d'oliva, del sale e del succo di limone, io ho aggiunto anche della menta, ma nulla vieta di sbizzarrirsi con la fantasia e condirlo con altre erbe aromatiche, pomodori, olive o altro ancora.

Ingredienti:
3 melanzane
3 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
il succo di mezzo limone
un rametto di menta fresca

Lavare le melanzane, asciugarle e metterle nel forno caldo o in una padella con coperchio dopo averle bucherellate con una forchetta (così non esplodono) per circa 20 minuti, o finchè non saranno morbide. Quindi aprirle e prelevarne la polpa con un cucchiaio, farla raffreddare in un colino, così da eliminare l'acqua in eccesso. Frullare poi la polpa con l'olio, il sale, il succo di limone e la menta pulita e servire il caviar con dei crostini di pane.

sale

lunedì 6 settembre 2010

Torta ai mirtilli con farina di grano saraceno


Si ricomincia, dopo settimane di relax, avventura, grandi mangiate e grandi bevute.
Le vacanze sono finite, è tempo di tornare alla solita routine con i soliti buoni propositi... buoni propositi che questa volta voglio cercare di realizzare, e non mi riferisco a nessuna dieta (più o meno)!
Ora piano piano riprenderò possesso del blog, sistemerò tutte le ricette arrivate per la mia, la nostra, raccolta (grazie a tutti! spero di riceverne altre da qui al 30 settembre!) e inizierò seriamente a pensare all'arredamento della mia futura casetta, alla ricerca di un lavoro che mi gratifichi davvero e a tutto ciò che i prossimi mesi mi potranno riservare.
Come avevo già scritto le mie vacanze mi hanno vista grande mangiatrice di mozzarelle e frutti di mare in Puglia, poi bevitrice di pastis e rosè alla ricerca della lavanda perduta in Provenza, e  infine girovaga e assidua bevitrice nei dintorni milanesi e in Oltrepò, con l'amica from US che non vedevo da 6 anni. Che strana sensazione rivedere dopo 6 anni un'amica e ritrovarsi perfettamente, maturate ma con la stessa voglia di stare insieme e di fare le stesse cose!

Si notano le centinaia di mirtilli che dominano questa fetta di torta? Beh, nell'ultimo post avevo scritto che mio padre stava bene ma che per quest'anno non avrebbe potuto occuparsi della raccolta dei suoi amati mirtilli, attività che lui ama.... Beh, nemmeno un intervento al cuore può tenere lontano mio padre dalla montagna!
Il giorno successivo ad un controllo medico in cui le condizioni di mio padre sono risultate perfette, lui, accompagnato da mia madre, è subito corso in montagna (ovviamente impegnandosi meno di quanto era solito fare!), e le conseguenze sono state:
- un grande sorriso sul suo volto
- mia mamma eccitata per aver trovato un porcino
- mirtilli nel mio frigo

Prima di partire avevo visto questa bellissima torta ai mirtilli da Pippi, che mi aveva letteralmente stregato.... così, appena ho avuto dei veri mirtilli tra le mani non mi sono lasciata scappare l'occasione di provarla (o copiarla?!) sostituendo l'olio al burro e usando una parte di farina di grano saraceno, che mi incuriosiva da tempo. Ne è uscita una buonissima torta ottima per colazione o per merenda, morbida e non troppo dolce come piace a me!
Beh, forse io ho un pò esagerato con la cascata di mirtilli in superficie, diciamo che mi sono un pò lasciata andare dall'emozione di averne così tanti in frigo!

Ingredienti
200 g di farina 00
115 g di farina di grano saraceno
90 g di zucchero di canna + 3 cucchiai per la copertura
una bustina di lievito
2 uova
170 g di yogurt greco
100 g di latte
50 g di olio extravergine d'oliva leggero e fruttato
200 g di mirtilli

In una ciotola setacciare le due farine con il lievito, aggiungere lo zucchero e amalgamare il composto. In un altro recipiente sbattere le uova fino ad avere un composto gonfio, aggiungere il latte, lo yogurt e l'olio e mescolare dolcemente; quindi amalgamare bene i due composti. 
Lavare e asciugare dolcemente i mirtilli;  imburrare ed infarinare uno stampo, versarvi l'impasto per la torta e cospargere la superficie con i mirtilli e i 3 cucchiai di zucchero di canna. Far cuocere in forno già caldo a 180° per circa 50 minuti (è sempre meglio fare la prova stecchino per controllare la cottura, ogni forno è diverso!).


martedì 10 agosto 2010

Insalata di pollo con cetrioli e yogurt alla menta


Un piccolo calcio alla pigrizia che in questi giorni è più forte che mai.
Finalmente sono arrivate le tanto desiderate vacanze, mai come quest'anno ho bisogno di staccare la spina e allontanarmi da qui.
Mio padre sta davvero meglio, si è ripreso velocemente ed oggi torna a casa... Cicatrici a parte, vedendolo non si direbbe che ha subito un intervento al cuore! Mi spiace un pò lasciarlo qui, ma so che è in ottima compagnia: mia madre e Penelope - la cagnolina cicciona che oggi impazzirà rivedendo il "suo" papà - che lo allieteranno al meglio. So che il suo grande rimpianto saranno sicuramente le gite in montagna che era solito fare: quest'anno niente quintali di mirtilli, nessuna marmellata homemade... Gli ho detto che si potrà rifare ad autunno con i suoi adorati funghi e magari a fine agosto con la pesca di gamberi di fiume, passione novità dell'estate 2009.

Per quanto mi riguarda i prossimi giorni mi vedranno in Puglia, per una fugace vacanza sotto il segno del mare, della stracciatella e della focaccia pugliese, e poi alla scoperta della Provenza! Poi sarò di ritorno a Milano, dove mi raggiungerà un'amica dagli Stati Uniti... non ci vediamo da 6 anni, sono molto eccitata all'idea di trascorrere del tempo con lei!
Vi saluto quindi con questo piatto estivo e veloce, che ho replicato spesso negli scorsi giorni...

Ingredienti:
500 g di petto di pollo (il mio era a fette)
2 cetrioli
un vasetto di yogurt greco
3 rametti di menta fresca
fleur de sal
olio extravergine d'oliva

In una pentola portare ad ebollizione 1,5 l di acqua e appena bolle buttarvi dentro le fette di pollo e farle bollire per circa 15 minuti, quindi scolarle e farle raffreddare. Quando saranno tiepide o a temperatura ambiente tagliatele a listarelle (o a dadini, come si preferisce) e condirle con del sale e dell'olio. 
Pestare le foglie di menta lavate e asciugate (oppure tritarle finemente) e mescolarle allo yogurt greco; sbucciare i cetrioli, privarli dei semi e tagliarli a pezzetti. Unire quindi i cetrioli al pollo e amalgamarli con lo yogurt alla menta.

venerdì 30 luglio 2010

Arrosto di tacchino con pomodori secchi, mandorle e basilico


Mancano ancora una decina di giorni alle mie tanto sospirate vacanze, e pian piano sto iniziando a svuotare il freezer... Ho iniziato ieri dalla fesa di tacchino.
Mi piaceva l'idea di riempirla con qualcosa di saporito ed estivo allo stesso tempo... nel mio immaginario i pomodori  - freschi e secchi - sono il simbolo dell'estate, così come il basilico: ecco trovato il mio ripieno ideale!

Ingredienti:
una fesa di tacchino da circa 1 kg
200 g di pomodori secchi sott'olio
una decina di foglie di basilico
130 g di mandorle con la pelle
olio extravergine d'oliva
sale
aceto di pinot nero (o vino)

Tritare piuttosto finemente i pomodori secchi con il basilico lavato e le mandorle, regolando di sale se necessario (io non l'ho fatto) e aggiungendo qualche cucchiaio di olio. 
Con un coltello affilato aprire a libro la fesa di tacchino, in modo da avere un'unica fetta di circa 1,5 cm di spessore e spalmarvi in superficie il trito di pomodori e mandorle (forse ne avanzerà... io ci ho condito la pasta!); arrotolare la fesa su se stessa e chiuderla bene con uno spago - passaggio che ancora mi crea qualche problema! - quindi massaggiarla con un pò di sale.
In una padella dai bordi alti - io ne ho usata una in ghisa - far scaldare dell'olio con uno spicchio d'aglio, che poi verrà eliminato, e far rosolare la fesa di tacchino girandola su tutti i lati; sfumare quindi con un pò di aceto di pinot nero per qualche minuto e continuare la cottura con coperchio per almeno 45 minuti a fiamma dolce, girando di tanto in tanto l'arrosto e controllando che il fondo di cottura non si asciughi: A cottura ultimata far raffreddare l'arrosto prima di tagliarlo e servirlo freddo - o anche appena scaldato se si preferisce - con un pò del suo fondo di cottura.

mercoledì 28 luglio 2010

Gelo di melone


Ho già dichiarato più volte il mio amore per l'anguria, che in queste settimane sta diventando il mio pasto principale!
Gloria: "Mamma, ieri ho fatto il gelo di melone"
Mamma di Gloria: "cosa?"
Gloria: " ma sì, u gelu di miluni, mellone, cocomero, anguria... come si dice in siciliano??"
Mamma di Gloria: " ma che cos'è? un dolce?? chissà che buono...che fantasia che hai!"
Gloria: " ma quale fantasia, è un dolce tipico siciliano, semplicissimo, fresco e buono!"

L'ho già scritto in passato, mia mamma è siciliana. Se penso alla Sicilia mi vengono subito in mente immagini di città e paesini che trovo a dir poco stupendi, un mare bellissimo, e una cucina ricca e sublime. Nonostante le radici siciliane in casa mia non si mangia nulla di siciliano (a parte le sarde a beccafico che talvolta prepara mio padre!), dato che mia mamma e i fornelli non stanno nello stesso universo. La sorella maggiore di mia mamma invece, la zia Giovanna, detta "la lupa", ha un approccio ai fornelli completamente diverso da quello di mia mamma, e se ho qualche curiosità circa la cucina siciliana so che posso rivolgermi a lei. Qualche anno fa ad esempio mi insegnò a fare gli arancini, da me chiamati " le bombe della zia Giò" a causa delle loro dimensioni spropositate...che bontà! L'unica cosa sicula in cucina con cui mia zia non ha nessuna confidenza sono i dolci: in questo campo la mia golosità cerca di sopperire alle mancanza di ricette di famiglia.

Per questo gelo di meloni ho usato dei fiori di gelsomino essicati, preferendo non usare quelli freschi della mia pianta che qualche settimana fa era invasa dalle formiche (che io ho sconfitto con rimedi chimici  - purtroppo!).*

ps:  in siciliano muluna significa anguria, ecco perchè si chiama gelo di melone!

Ingredienti per 4 coppette:
1 kg di anguria senza la buccia
2 cucchiai di zucchero (se piace più dolce la dose può essere aumentata)
80 g di frumina
2 cucchiai di fiori di gelsomino

Eliminare i semini dell'anguria, frullarla e passarla al setaccio per ottenere il succo.
Versare il succo in una pentola, aggiungere lo zucchero e poco alla volta la frumina, mescolando in modo da non avere grumi; unire infine i fiori di gelsomino (o se si preferisce non averli interi nel dolce preparare un infuso da aggiungere al succo di anguria). Mettere la pentola su furoco medio-basso e mescolare di continuo, finchè non inizierà ad addensarsi (dopo circa 10 minuti), togliere quindi dal fuoco e sistemare nelle coppette o negli stampini, far raffreddare e riporle poi in frigo per almeno 3 ore.
A piacere il gelo di melone può essere servito con scaglie di cioccolato fondente o con pistacchi tritati.

* Segnalo un'utilissima precisazione per quanto riguarda la distinzione tra gelsomino e "falso" gelsomino (o rincospermo) suggeritami da Milena (qui).

venerdì 23 luglio 2010

Sarde alla griglia

Un grazie di cuore a tutti per i bei commenti lasciati e per il vostro sostegno. Fino a qualche tempo fa non avrei mai immaginato di provare quello che provo ora leggendo i vostri commenti!
Come ho scritto ieri oggi si ricomincia a postare qualcosa riguarda il cibo!

 
Qualche giorno prima del ricovero di mio padre abbiamo trascorso una bella giornata nella casa in campagna dei miei suoceri con loro, Boby, il loro cane, i miei genitori e la mia Penelope (la mia cagnolina cicciona e famelica!). Questi incontri in campagna sono spesso una buona occasione per dar fuoco alle griglie (scusa Genny, ho usato il nome del tuo contest... cade a pennello!) e quindi grigliata fu! Mio padre, sempre lui, ha voluto preparare le sarde alla trapanese - così le chiama lui, non so se effettivamente a Trapani si facciano così... mia mamma è trapanese ma lei con la cucina ci azzecca proprio poco! - e il giorno prima si è occupato di trovare le sarde più fresche presenti al ridente mercato del paesello, pulendole una ad una. Poi il mattino della grigliata ci siamo ritrovati tutti in oltrepò e ognuno ha dato il suo contributo: la suocera ha preparato le tagliatelle, mio padre si è occupato della griglia e delle sarde (e dei piccoli e saporitissimi peperoni che ha grigliato, ma che non ho fotografato!), mio suocero dei cetrioli appena raccolti, Boby e Penelope giravano per la campagna nascondendo i loro ossi (o meglio, Boby li nascondeva e Penelope faceva la guardia al suo!), mia mamma si è occupata di parte del condimento delle sarde (non l'avevo mai vista con un mortaio tra le mani!) e io e Qualcuno assaggiavamo qua e là, cercando di dare il nostro contributo... Ecco, io ho grande  curiosità e profonda ignoranza nei confronti di grigliate all'aperto, ma ne vado pazza! 
Genny, io ho collaborato alla ricetta soprattutto con la mia curiosità e il mio appetito, va bene lo stesso?!

Ecco la preparazione con cui partecipo al contest di Genny Fuoco alle griglie in collaborazione con Weber



Non ci sono dosi precise per queste sarde alla trapanese, si tenga però conto che si solito si tende ad abbondare con l'aglio - non in questo caso!



Ingredienti:
3 kg di sarde fresche pulite e lavate
1,5 kg di pomodori maturi
2 spicchi d'aglio
un mazzetto di basilico fresco
olio extravergine d'oliva
sale

Pulire e spellare i pomodori e tagliarli in pezzettini minuscoli (chi come me non ha la manualità di mio padre può farlo nel mixer per un minuto); in un mortaio ridurre l'aglio a crema, aggiungere poi le foglie di basilico lavate ed asciugate e il sale, pestare il tutto ottenendo una crema, aggiungere poi l'olio e unire il pesto ai pomodori, amalgamando bene.
Sistemare le sarde in una griglia chiusa (come si chiama?? è quella della foto!), metterla sul barbeque e far cuocere circa 5 minuti per lato. Cospargere le sarde con il condimento preparato e mangiarle: sono squisite!