venerdì 30 luglio 2010

Arrosto di tacchino con pomodori secchi, mandorle e basilico


Mancano ancora una decina di giorni alle mie tanto sospirate vacanze, e pian piano sto iniziando a svuotare il freezer... Ho iniziato ieri dalla fesa di tacchino.
Mi piaceva l'idea di riempirla con qualcosa di saporito ed estivo allo stesso tempo... nel mio immaginario i pomodori  - freschi e secchi - sono il simbolo dell'estate, così come il basilico: ecco trovato il mio ripieno ideale!

Ingredienti:
una fesa di tacchino da circa 1 kg
200 g di pomodori secchi sott'olio
una decina di foglie di basilico
130 g di mandorle con la pelle
olio extravergine d'oliva
sale
aceto di pinot nero (o vino)

Tritare piuttosto finemente i pomodori secchi con il basilico lavato e le mandorle, regolando di sale se necessario (io non l'ho fatto) e aggiungendo qualche cucchiaio di olio. 
Con un coltello affilato aprire a libro la fesa di tacchino, in modo da avere un'unica fetta di circa 1,5 cm di spessore e spalmarvi in superficie il trito di pomodori e mandorle (forse ne avanzerà... io ci ho condito la pasta!); arrotolare la fesa su se stessa e chiuderla bene con uno spago - passaggio che ancora mi crea qualche problema! - quindi massaggiarla con un pò di sale.
In una padella dai bordi alti - io ne ho usata una in ghisa - far scaldare dell'olio con uno spicchio d'aglio, che poi verrà eliminato, e far rosolare la fesa di tacchino girandola su tutti i lati; sfumare quindi con un pò di aceto di pinot nero per qualche minuto e continuare la cottura con coperchio per almeno 45 minuti a fiamma dolce, girando di tanto in tanto l'arrosto e controllando che il fondo di cottura non si asciughi: A cottura ultimata far raffreddare l'arrosto prima di tagliarlo e servirlo freddo - o anche appena scaldato se si preferisce - con un pò del suo fondo di cottura.

mercoledì 28 luglio 2010

Gelo di melone


Ho già dichiarato più volte il mio amore per l'anguria, che in queste settimane sta diventando il mio pasto principale!
Gloria: "Mamma, ieri ho fatto il gelo di melone"
Mamma di Gloria: "cosa?"
Gloria: " ma sì, u gelu di miluni, mellone, cocomero, anguria... come si dice in siciliano??"
Mamma di Gloria: " ma che cos'è? un dolce?? chissà che buono...che fantasia che hai!"
Gloria: " ma quale fantasia, è un dolce tipico siciliano, semplicissimo, fresco e buono!"

L'ho già scritto in passato, mia mamma è siciliana. Se penso alla Sicilia mi vengono subito in mente immagini di città e paesini che trovo a dir poco stupendi, un mare bellissimo, e una cucina ricca e sublime. Nonostante le radici siciliane in casa mia non si mangia nulla di siciliano (a parte le sarde a beccafico che talvolta prepara mio padre!), dato che mia mamma e i fornelli non stanno nello stesso universo. La sorella maggiore di mia mamma invece, la zia Giovanna, detta "la lupa", ha un approccio ai fornelli completamente diverso da quello di mia mamma, e se ho qualche curiosità circa la cucina siciliana so che posso rivolgermi a lei. Qualche anno fa ad esempio mi insegnò a fare gli arancini, da me chiamati " le bombe della zia Giò" a causa delle loro dimensioni spropositate...che bontà! L'unica cosa sicula in cucina con cui mia zia non ha nessuna confidenza sono i dolci: in questo campo la mia golosità cerca di sopperire alle mancanza di ricette di famiglia.

Per questo gelo di meloni ho usato dei fiori di gelsomino essicati, preferendo non usare quelli freschi della mia pianta che qualche settimana fa era invasa dalle formiche (che io ho sconfitto con rimedi chimici  - purtroppo!).*

ps:  in siciliano muluna significa anguria, ecco perchè si chiama gelo di melone!

Ingredienti per 4 coppette:
1 kg di anguria senza la buccia
2 cucchiai di zucchero (se piace più dolce la dose può essere aumentata)
80 g di frumina
2 cucchiai di fiori di gelsomino

Eliminare i semini dell'anguria, frullarla e passarla al setaccio per ottenere il succo.
Versare il succo in una pentola, aggiungere lo zucchero e poco alla volta la frumina, mescolando in modo da non avere grumi; unire infine i fiori di gelsomino (o se si preferisce non averli interi nel dolce preparare un infuso da aggiungere al succo di anguria). Mettere la pentola su furoco medio-basso e mescolare di continuo, finchè non inizierà ad addensarsi (dopo circa 10 minuti), togliere quindi dal fuoco e sistemare nelle coppette o negli stampini, far raffreddare e riporle poi in frigo per almeno 3 ore.
A piacere il gelo di melone può essere servito con scaglie di cioccolato fondente o con pistacchi tritati.

* Segnalo un'utilissima precisazione per quanto riguarda la distinzione tra gelsomino e "falso" gelsomino (o rincospermo) suggeritami da Milena (qui).

venerdì 23 luglio 2010

Sarde alla griglia

Un grazie di cuore a tutti per i bei commenti lasciati e per il vostro sostegno. Fino a qualche tempo fa non avrei mai immaginato di provare quello che provo ora leggendo i vostri commenti!
Come ho scritto ieri oggi si ricomincia a postare qualcosa riguarda il cibo!

 
Qualche giorno prima del ricovero di mio padre abbiamo trascorso una bella giornata nella casa in campagna dei miei suoceri con loro, Boby, il loro cane, i miei genitori e la mia Penelope (la mia cagnolina cicciona e famelica!). Questi incontri in campagna sono spesso una buona occasione per dar fuoco alle griglie (scusa Genny, ho usato il nome del tuo contest... cade a pennello!) e quindi grigliata fu! Mio padre, sempre lui, ha voluto preparare le sarde alla trapanese - così le chiama lui, non so se effettivamente a Trapani si facciano così... mia mamma è trapanese ma lei con la cucina ci azzecca proprio poco! - e il giorno prima si è occupato di trovare le sarde più fresche presenti al ridente mercato del paesello, pulendole una ad una. Poi il mattino della grigliata ci siamo ritrovati tutti in oltrepò e ognuno ha dato il suo contributo: la suocera ha preparato le tagliatelle, mio padre si è occupato della griglia e delle sarde (e dei piccoli e saporitissimi peperoni che ha grigliato, ma che non ho fotografato!), mio suocero dei cetrioli appena raccolti, Boby e Penelope giravano per la campagna nascondendo i loro ossi (o meglio, Boby li nascondeva e Penelope faceva la guardia al suo!), mia mamma si è occupata di parte del condimento delle sarde (non l'avevo mai vista con un mortaio tra le mani!) e io e Qualcuno assaggiavamo qua e là, cercando di dare il nostro contributo... Ecco, io ho grande  curiosità e profonda ignoranza nei confronti di grigliate all'aperto, ma ne vado pazza! 
Genny, io ho collaborato alla ricetta soprattutto con la mia curiosità e il mio appetito, va bene lo stesso?!

Ecco la preparazione con cui partecipo al contest di Genny Fuoco alle griglie in collaborazione con Weber



Non ci sono dosi precise per queste sarde alla trapanese, si tenga però conto che si solito si tende ad abbondare con l'aglio - non in questo caso!



Ingredienti:
3 kg di sarde fresche pulite e lavate
1,5 kg di pomodori maturi
2 spicchi d'aglio
un mazzetto di basilico fresco
olio extravergine d'oliva
sale

Pulire e spellare i pomodori e tagliarli in pezzettini minuscoli (chi come me non ha la manualità di mio padre può farlo nel mixer per un minuto); in un mortaio ridurre l'aglio a crema, aggiungere poi le foglie di basilico lavate ed asciugate e il sale, pestare il tutto ottenendo una crema, aggiungere poi l'olio e unire il pesto ai pomodori, amalgamando bene.
Sistemare le sarde in una griglia chiusa (come si chiama?? è quella della foto!), metterla sul barbeque e far cuocere circa 5 minuti per lato. Cospargere le sarde con il condimento preparato e mangiarle: sono squisite!


giovedì 22 luglio 2010

Il turbinio degli eventi

Mi pare incredibile come più eventi possano succedersi in modo così turbolento e drammatico, tanto ravvicinatamente tra loro. Solo una settimana fa a questa stessa ora stavo affrontando le ore più lunghe della mia vita, aspettando insieme a mia madre - di solito fin troppo logorroica ma totalmente silenziosa e passiva in quella circostanza - l'esito dell'invervento di mio padre. Una settimana dopo, in seguito a qualche giorno passato in terapia intensiva, mio padre è già stato trasferito in un istituto di riabilitazione, migliorando visibilmente di giorno in giorno. E' strano sentire l'entusiasmo con cui mi parla delle sue piccole conquiste quotidiane, che sono così scontate nella vita di tutti i giorni: alzarsi dal letto, riuscire a farsi la barba (ho scoperto in questa occasione "l'ossessione" di mio padre per la barba!), sbucciare un frutto o aprire la bottiglietta dell'acqua. Mi conforta sentire anche la sua volontà (mista a  testardaggine a volte!) nel non volere aiuto e voler riuscire a fare quello che può totalmente solo... è un grande esempio!
Per una vita che rinasce un'altra si spegne: qualche giorno fa è spirata mia nonna materna. Una nonna che praticamente viveva con i miei genitori - eccetto negli ultimi mesi - e con cui ho avuto grandi contrasti dovuti forse allo stesso carattere declinato in modalità completamente diverse. Sono dispiaciuta ma anche molto sollevata sapendo che ora non soffre più. 

Domani si ricomincia a mangiare e a postare, ho visto anche che ci sono delle nuove e bellissime ricette per la mia raccolta, prometto di aggiornarla quanto prima!

sabato 17 luglio 2010

Rieccomi

Sono sparita per qualche giorno dal mio blog e da quelli che mi piace leggere di solito, lasciando un pò di mistero circa il bulbo pubblicato qualche giorno fa. Ho però una valida giustificazione: qualche giorno fa mio papà, che oltre ad essere il mio adorato papà è la mia "guida culinaria", ha subito un intervento cardiochirurgico, che fortunatamente non ha avuto complicazioni. Sono stati i giorni più lunghi della mia vita, ma tutta la tensione e l'ansia ieri è venuta meno quando finalmente ho potuto vederlo sveglio e lucido!

Aglio: ecco svelato il mistero del bulbo...
In realtà alcuni bulbi si sono sviluppati normalmente, il classico aglio a spicchi quindi, altri invece hanno assunto una forma "cipollosa". La particolarità, oltre alla forma, è data dall'odore, decisamente più delicato e aromatico (non saprei come definirlo!). Non ho ancora fatto una prova assaggio, ma presto rimedierò!

Buon fine settimana a tutti!

martedì 13 luglio 2010

Una strana novità...


Sabato ho passato una piacevolissima giornata in campagna, in completo relax. Staccare da Milano, anche se per poche ore, è sempre un toccasana.
Mio suocero mi ha mostrato questo "nuovo prodotto della sua amata terra", e io me ne sono innamorata, tant'è che ho iniziato a fotografarlo ed annusarlo - secondo in quel momento mi ha presa per pazza!
Cos'è secondo voi?
Io non avevo mai visto nulla del genere prima, magari grazie a voi scoprirò essere un prodotto famoso ;-)

domenica 11 luglio 2010

Il mio tiramisù per la felicità


A seconda dei miei stati d'animo sempre in mutamento cambio spesso il mio comfort food preferito. Dovendo scegliere però c'è un dolce, cremoso e fresco, che è in grado di tirarmi su quando sono giù di corda... devo svelare il suo nome? Beh, direi che il nome di questo dolce è veramente azzeccato: il tiramisù. 
Spesso mi piace variare e cambiare gli ingredienti di questo dolce coccoloso, ma il mio preferito rimane sempre quello tradizionale.
Ricordo ancora quando da ragazzina mia zia Rita mi insegnò a farlo: il tiramisù è anche il primo dolce che ho imparato a fare! Che emozione imparare a montare le uova a neve, cercare di inzuppare i savoiardi nel caffè senza farli sciogliere... Da piccola il tiramisù della zia Rita era il mio dolce preferito, esultavo quando nelle varie occasioni di famiglia ne portava una pirofila :-)
Sicuramente a casa dei miei genitori ho ancora il foglio su cui avevo segnato le sue dosi, mi piacerebbe averlo qui ora e scannerizzare quel foglio, con la mia calligrafia cicciotta e insicura e le macchie di caffè penetrate nel tempo. Il mio tiramisù di oggi ha le dosi che ormai uso da anni, non ricordo nemmeno più se sono le stesse di quel foglio, ormai sono impresse nella mia mente come l'indirizzo di casa!
Oggi però, ho voluto fare anche i savoiardi da sola, seguendo la ricetta dei pistokkeddos della bravissima Sabrine (provateli, sono fantastici!) e inoltre, ispirata da un buonissimo gelato, ho aggiunto un piccolo e delizioso ingrediente al mio classico tiramisù... una cucchiaiata in bocca e il sorriso nasce spontaneo sulle labbra.

Con questa ricetta partecipo al bel contest di Giulia "Ricette per la felicità" in collaborazione con Macchine Alimentari.
Ingredienti:
per i savoiardi morbidi:
5 uova
100 g di zucchero fino
100 g di farina 00

per la crema:
5 uova freschissime
500 g di mascarpone
60 g di zucchero

6 tazze di caffè (zucchero a piacere, io non lo metto)
10 bacche di cardamomo
cioccolato fondente

Preparare i savoiardi morbidi separando i tuorli dagli albumi: in una ciotola montare con le fruste i tuorli con 50 g di zucchero fino ad avere un composto chiaro, gonfio e spumoso, bisogna infatti far incorporare molta aria affinchè i biscotti risultino soffici! In un'altra ciotola montare e neve fermissima gli albumi con il restante zucchero; incorporare poi gli albumi montati ai tuorli mescolando con movimenti ampi dall'alto verso il basso, in modo da non smontarli. Unire poi poco alla volta la farina setacciata, incorporandola al composto sempre con movimenti dall'alto verso il basso; versare il composto in una tasca con bocchetta tonda e larga e formare su una teglia rivestita da carta da forno delle strisce lunghe circa 10 cm, spolverizzarle con dello zucchero a velo e cuocere in forno già caldo a 180° per circa 15 minuti o fino a quando non saranno dorate, spegnere il fuoco e lasciarli asciugare per circa 5 minuti a sportello chiuso e in seguito per altri 5 minuti  con lo sportello aperto. Farli poi raffreddare
Preparare intanto il caffè, aggiungere i semini di circa 10 bacche di cardamomo, zuccherare a piacere, e lasciare raffreddare. 
Preparare la crema separando i tuorli dagli albumi, montando questi ultimi a neve fermissima e i primi con lo zucchero fino ad avere un composto chiaro e gonfio; aggiungere poi il mascarpone ai tuorli amalgamando bene ottenendo una crema liscia senza grumi. Incorporare delicatamente gli albumi montati con movimenti dall'alto verso il basso e far riposare la crema in frigo per almeno 30 minuti.
Bagnare lievemente i savoiardi nel caffè al cardamomo (non inzupparli troppo!) e disporli sul fondo di una pirofila - o di un vaso o un bicchiere! - ricoprirli con uno strato di crema e continuare così fino ad esaurimento degli ingredienti. Con una microplane grattuggiare il cioccolato sulla superficie del dolce (avevo finito il cacao amaro!). Far riposare in frigo per almeno una notta, e nel frattempo pulire la ciotola con gli avanzi di crema con il dito ;-)




venerdì 9 luglio 2010

Insalata di anguria, feta e cipolla di Tropea


Un'altra idea velocissima e fresca!
A casa delle formiche c'è un frigo mediocre, di non grande capienza... considerando quindi che in questo periodo il frigo mediocre straborda di zucchine (sono piena di zucchine dell'orto, sembro la Pina con il pane nei cassetti!) lasciando poco spazio a qualche pesca e albicocca con pochi rappresentanti di altre verdure di stagione, è praticamente impossibile riuscire ad avere un'anguria. Io però amo follemente l'anguria, per me l'anguria, come il pomodoro, rappresenta l'estate!
Per soddisfare la nostra voglia di anguria abbiamo trovato quindi un sistema perfetto, esattamente lo stesso che stiamo mettendo in atto ogni sera per riuscire a dormire tranquillamente... Approfittare dell'assenza dei suoceri e del loro capiente frigo vuoto! Penserete che siamo degli scrocconi ;-) ogni volta sempre di più non vedo l'ora di poter entrare in quella che sarà la nostra nuova vera casa, dove ci sarà un codizionatore e un frigorifero adatto ad ospitare le nostre voglie ed esigenze!

Questa freschissima insalata potrà far storcere il naso a qualcuno, ma consiglio di provarla, a me è piaciuta molto! Magari si potrebbe aggiungere qualche oliva tipo taggiasca.
Semplicemente: affettare finemente un cipollotto di Tropea, tagliare a pezzi della feta e dell'anguria e condire il tutto con un filo d'olio extravergine.

mercoledì 7 luglio 2010

Frullato di melone, anguria e feta



Fa veramente troppo caldo, così tanto che quasi non ho fame - cosa gravissima per me!
Casa mia, o meglio la casa dove vivo (casa mia presto sarà un'altra, yuppi!), ribattezzata  la case delle formiche, è un vero forno, dove anche il più semplice e banale dei movimenti diventa una fatica colossale. Anche dormire è una continua lotta: ventola accesa per tutta la notte, finestra aperta sulla strada, motorini e macchine che corrono a tutte le ore e che a volte, molto intelligentemente, suonano il clacson per assicurarsi la precedenza! Il mercoledì poi la sveglia è alle 6.00, quando passa la raccolta del vetro e io puntualmente mi sveglio con l'impressione di esserci finita dentro.
L'altra sera, colti da crisi da caldo, abbiamo preso i nostri due bei cuscini e armati di spazzolino da denti siamo usciti, abbiamo attraversato la strada - io rigorosamente in infradito e con un vestitino degno della migliore casalinga siciliana anni 50 - e ci siamo rifugiati a casa dei suoceri, approfittando della loro assenza e della loro aria condizionata! Ormai la scena si ripete da qualche giorno - i cuscini li lasciamo direttamente lì -  e quando la mattina rientrando a casa alle 7.30 con gli occhi assonnati e i capelli arruffati incontro il portiere dello stabile in cui vivo che mi sorride, mi chiedo cosa pensi di noi.
Caldo a parte Qualcuno ha anche un terribile mal di dente - del giudizio - che gli impedisce di masticare, quindi cosa c'è di meglio di un frullato per pranzo? Ottimo per lui e per me, che non fatico minimamente!

Ingredienti per un bicchierone:
mezzo melone - il mio non era molto grande
feta - regolarsi a piacere
una fetta di anguria
menta fresca

Pulire il melone e l'anguria, tagliarli a pezzi e frullarli insieme alla feta; aggiungere della menta fresca.
Secondo me vale la pena anche provarlo in versione insalata, senza frullarlo, condendolo con un filo d'olio extravergine!

lunedì 5 luglio 2010

Con un nome così... che raccolta potevo fare?




Qualche settimana fa Artemisia chiedeva qualche idea di utilizzo della lavanda in cucina, e i vari commenti al post sono stati rivelatori del grande uso, certo in alcuni casi poco comune ma comunque geniale, che si può fare di questi fiori profumatissimi, forse troppo spesso nel nostro immaginario relegati alle saponette. Da quel post è nata l'idea di questa raccolta, che gentilmente Artemisia mi ha passato... D'altronde con un nome così, poteva non spettare a me?!
Ormai è da qualche tempo che sto usando spesso la lavanda, o i soli fiori o lo sciroppo fatto qualche mese fa ormai... nelle giuste dosi la apprezzo moltissimo, profuma il mio piatto d'estate! Certo, non sono brava allo stesso modo con le mie piante di lavanda in terrazza, ma mi sto impegnando e la nuova arrivata dopo due settimane in mia compagnia è ancora profumatissima e rigogliosa!
Ma parliamo di questa raccolta, che una sorta di work in progress, fatta per divertirci e raccogliere più ricette possibile con questo fiore profumatissimo ;)

Lavanda, dalla terrazza alla cucina :

-  può partecipare chiunque, foodbloggers e non, da oggi fino al 30 settembre;
-  per partecipare basta pubblicare una o più ricette che abbiano tra gli ingredienti la lavanda, segnalando il link a questo post e il relativo banner, inserendo poi il proprio link nei commenti a questo post. Chi non ha un blog può inviare una mail con la propria ricetta a laglorietta@gmail.com;
-  al termine della raccolta pubblicherò un pdf con tutte le ricette inviate, facendo scegliere dalla manine ingenue della mia cuginetta 3 vincitori a cui inviare un piccolo pensiero a tema (mi sarà di ispirazione la mia probabile vacanza in Provenza!).

Aspetto le vostre idee, partecipate numerosi!

Ps: La foto usata per il banner viene direttamente da un cespuglio di lavanda in Provenza ed è stata fatta da Costantino, un amico che gentilmente me l'ha ceduta!

venerdì 2 luglio 2010

Mousse di albicocche, yogurt e lavanda


Un anno fa, in un pomeriggio caldissimo nasceva Lavanda in terrazza. 
Ad un anno di distanza questo piccolo spazio è diventato sempre più mio, in modo totalmente inaspettato. Proprio poche sere fa ho conosciuto per la prima volte alcuni dei volti e delle persone che frequento virtualmente (della serie "non so che faccia hai ma so cosa mangi!") e questi incontri tanto piacevoli e strani mi rendono fiera di questo mio piccolo spazio-sfogo.
Oggi, ad un anno di distanza, a parte il caldo infernale molte cose sono cambiate per me. In primis il grande passo dell'acquisto di una casa (ieri sono andata a rivederla, è bellissima!!!) e un dott comm al mio fianco - non più praticante! - poi ammetto anche di aver colmato alcune lacune culinarie e di imparare ogni giorno qualcosa: ho imparato ad apprezzare il burro buono, che prima non consideravo nemmeno; sto imparando tantissime cose sulla pasta e sulle tradizioni culinarie di regioni  e stati che purtroppo non conosco bene dalla frequentazioni di alcun bei blog; ho dato un calcio alla mia innata pigrizia quando ho deciso di fare i croissant e di far nascere Pacuvia, la mia pasta madre (ancora inutilizzata se non in qualche esperimento!).
Per festeggiare a modo mio questo anno di blog ho deciso di fare un dolcino semplice, veloce , fresco e leggermente acidulo - non so voi ma io non riesco più ad avvicinarmi ai fornelli, ieri sera in casa mia c'erano quasi 32°! - utilizzando gli stessi ingredienti della prima ricetta pubblicata, ovvero albicocche e yogurt, aggiungendo qualcosa di mio: la lavanda!

Ingredienti per 3 coppe piene:
340 g di yogurt greco
3 albicocche grosse
un cucchiaino raso di agar agar
3 1/2 cucchiai di sciroppo alla lavanda (aumentare o diminuire la dose a piacere)*

Frullare le albicocche lavate e tagliate a pezzettini con lo yogurt fino ad avere una crema liscia, aggiungere poi lo sciroppo alla lavanda e mettere tutto in un pentolino; unire l'agar agar sciolto in un cucchiaio d'acqua e portare a bollore a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto. Non appena raggiunge il bollore proseguire la cottura per 1-2 minuti, togliere poi dal fuoco e versare nei bicchierini, far raffreddare e riporre in frigo per qualche ora.
 
*Non ho aggiunto zucchero perchè si sa, non amo le cose troppo dolci, ma ovviamente si può fare!