martedì 30 marzo 2010

Lasagna di primavera con carote


Ieri pomeriggio al lavoro, un mio collega mi ha fatto un inaspettato e bellissimo regalo presentandomi Gualtiero Marchesi. Io, che non mi faccio mai impressionare da questo genere di incontri, mi sono emozionata come una bambina davanti a Babbo Natale, ho assunto la classica faccia da babba - qui Babbo Natale non c'entra nulla! - e ho blaterato qualcosa... é stato un simpatico e breve scambio di battute, che di sicuro ha contribuito a colorare ulteriormente questa settimana!
Queste lasagne con c'entrano assolutamente nulla con Marchesi - così come niente della mia cucina ;) - ma sono particolari, primaverili e buone, anche se la prossima volta vorrei aggiungere qualcosa per migliorarle. Ho letto la ricetta su Cucina Naturale e come spesso accade ho modificato qualche cosa....
A proposito di ricette tratte da riviste, capita solo a me di trovare le dosi scritte eccessivamente striminzite?!

Ingredienti per 4 persone:
250 g di pasta fresca all'uovo per lasagne
circa 10 carote abbastanza grandi
10 foglie di salvia
uno scalogno
340 g di yogurt greco
200 g di scamorza affumicata
sale
olio

Pelare le carote e cuocerle intere in acqua bollente salata finchè non saranno tenere; scolarle conservando l'acqua di cottura, farle raffreddare e tagliarle a piccoli dadini. Far rosolare in un filo d'olio lo scalogno tritato, aggiungere poi la salvia tritata e i dadini di carote, facendo saltare il tutto per qualche minuto; frullare lo yogurt con parte della dadolata di carote e salvia fino ad avere una crema morbida - la ricetta dice di aggiungere del latte ma io non l'ho trovato necessario. Aggiungere nell'acqua di cottura delle carote dell'olio e sbollentare poche sfoglie di lasagna alla volta, ponendole poi su un telo ad asciugare (olio serve per non farle attaccare fra di loro). Oleare il fondo di una pirofila e sistemare uno strato di pasta sfoglia, ricoprire con la crema di yogurt, qualche cucchiaio di dadolata di carote e un pò di scamorza affumicata; continuare gli strati in questo modo fino ad esaurimento degli ingredienti e cuocere in forno a 180° per circa 15 minuti.

lunedì 29 marzo 2010

Bye bye arance


Una settimana dall'ultimo post! In effetti è stata una settimana difficile, in cui mie compagne sono state la delusione, la frustrazione e la mancanza di voglia di fare qualsiasi cosa... L'avevo detto che quando sono nel periodo no sono la mia peggiore compagna! 
Sarà l'arrivo di queste belle giornate, sarà che tra pochi giorni è il mio compleanno, sarà che dopo lunghissimi mesi senza schiodarmi da qui per vari motivi finalmente evado, anche se solo per 3 giorni, con la persona che amo... ma da ieri il mio umore è decisamente migliorato! Era ora...
Avevo questo petto d'anatra nel freezer e un pò di idee carine su come portarlo a tavola, ma alla fine ho deciso di cucinarlo nella maniera più semplice con un abbinamento classico (non per me, dato che non avevo mai preparato un petto d'anatra prima!) soprattutto perchè volevo non vedere più in giro le arance... basta care arance, ci siamo tenute compagnia per troppi mesi, è ora di lasciare spazio ad altri frutti! Ora, immagino che la vera anatra all'arancia sia un piatto un pò più elaborato rispetto al mio, ma si sa, io sono pigra e poi ieri avevo ospiti a pranzo  - mamma e papà -  e nessuno aveva sistemato l'orologio, quindi mi sono trovata alle 13 ora effettiva con lasagne e anatra ancora da preparare!
La volontà di non avere più arance in giro è stata evidente anche nell'insalata che ha accompagnato questo piatto, arricchita appunto con arance a fettine sottilissime e finocchi.
Ingredienti:
Un petto d'anatra con la pelle di circa 500 g
2 arance
sale 

Far scaldare una padella di ghisa e appoggiarvi il petto d'anatra pulito dalla parte della pelle - io non ho usato altri grassi come olio  burro -  farlo dorare per qualche minuto e poi girarlo appoggiando l'altro lato. Quando il petto è totalmente dorato rigirare il petto in modo che la parte con la pelle sia a contatto con la pentola e aggiungere il succo di arancia con delle fettine di arancia tagliate, e far cuocere a fiamma medio bassa con coperchio per qualche circa 5, poi togliere il coperchio e proseguire la cottura per circa 15 minuti, girando il petto di tanto in tanto (io ho anche aggiunto un pochino d'acqua al succo). Una volta cotto tagliare il petto a fettine, regolarlo di sale e irrorarlo con la sua buccia di cottura per servirlo a tavola. 

lunedì 22 marzo 2010

Frizzuli con mollica e peperone crusco



Oggi niente piatto primaverile, qui la primavera non si è proprio vista da quando calendaristicamente è iniziata!
I frizzuli sono un formato di pasta lucano realizzato con un ferretto. Ricordo che mia nonna ogni tanto li faceva... io ho provato a farli. Non so se la forma originale sia proprio questa, però so che questi erano proprio buoni, anche perchè fatti con la semola Senatore Cappelli  - davvero meravigliosa - presa da Angela. Questa ricetta è - of course - tipica della cucina lucana... per quanto riguarda il procedimento non metetrei la mano sul fuoco, ne ho trovate diverse versioni online e alla fine ho fatto un pò  modo mio!
Purtroppo oggi sono di poche parole, la settimana non è iniziata nel migliore dei modi e il mio umore è alquanto antipatico... mi auguro che cambi presto, quando sono così non sopporto nemmeno me stessa. Per fortuna stasera andrò all'evento Voiello con Davide Oldani, sicuramente l'umore migliorerà!

Ingredienti:
200 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
sale
acqua quanto basta
uno spicchio d'aglio
pane raffermo
un cucchiaio di peperone crusco macinato
olio extravergine d'oliva

Preparare i frizzuli impastando per 15 minuti  la semola con un pizzico di sale ed abbastanza acqua da avere un impasto liscio e abbastanza duro, poi far riposare l'impasto per almeno 30 minuti. Formare dei serpentelli di pasta di circa un centimetro di diametro e 4 -5 cm di lunghezza, posizionare un ferretto (la prima volta io ho usato uno stecchino da spiedino piuttosto spesso) obliquo e farlo scivolare per un paio di volte avanti e indietro sulla spianatoia, sfilare poi il ferretto e ripetere l'operazione per realizzare gli altri, dopo ciò far riposare i frizzuli per almeno 20 minuti.
Mentre in seguito i frizzuli saranno in pentola  - dovranno cuocere per circa una decina di minuti - preparare il condimento facendo imbiondire in una padella lo spicchio d'aglio con dell'olio, eliminare poi l'aglio e aggiungere il pane raffermo sminuzzato, completando con il macinato di peperone crusco e togliere dal fuoco dopo pochi minuti - si deve solo tostare, non cuocere! Aggiungere quindi i frizzuli cotti e scolati e servire a tavola.

venerdì 19 marzo 2010

Pastiera di riso a modo mio


La mia prima ricetta pasquale aspettando le colombe.

Ho mangiato la pastiera napoletana poche volte, forse un paio, preparata da mia cognata, che insieme a mio padre è una delle poche persone che conosco che cucina in modo fantastico. Le sue torte sono buonissime ed anche estremamente belle, ed anche nelle preparazioni salate è assolutamente impeccabile! Sposata con un napoletano, ha fatto proprie anche le tradizioni gastonomiche campane, quindi sono sicura che la sua pastiera è assolutamente doc. 
La mia prima pastiera non è affatto doc. Avrei potuto chiederle la ricetta ma alla fine per mancanza di tempo ho fatto di testa mia! In realtà credevo di aver pensato ad una genialata assoluta, la pastiera di riso - insomma, sono o no la ragazza delle risaie?! - ma è bastata una veloce googlelata per capire che per l'ennesima volta avevo scoperto la solita acqua calda! La pastiera di riso è infatti tipica di Benevento, e così come la classica pastiera di grano, è il dolce pasquale per eccellenza in quell'area. Dopo la mia scoperta dell'acqua calda ho subito chiamato un'amica beneventana per avere la ricetta tradizionale, ma non ha saputo darmela - lei infatti preferisce quella napoletana!
Concludendo, sul web ho trovato questa ricetta, che ovviamente io ho interpretato a modo mio usando quel che avevo in casa.

Con questa ricetta partecipo al Contest di Pasqua de Il cucchiaio d'oro, in collaborazione con Esperya


Ingredienti:

per il guscio:
250 g di farina
130 g di burro di centrifuga
120 g di zucchero
un uovo

per il ripieno:
200 g di riso
2 bicchieri di latte
un uovo
250 g di ricotta di capra
115 g di zucchero
una bacca di vaniglia
2 cucchiai di liquore Strega

Preparare una frolla unendo lo zucchero alla farina setacciata e il burro a pezzetti, e lavorando il tutto con la punta delle dita amalgamare gli ingredienti in modo da ottenere un composto sabbiato; unire poi l'uovo e impastare velocemente ottenendo un risultato omogeneo che andrà fatto riposare per un paio d'ore in frigo coperto da pellicola.
Per il ripieno sciacquare per 3 volte il riso con dell'acqua fredda, poi cuocerlo a fiamma bassa in un pentolino con il latte per circa 15 minuti (o finchè il latte non sarà stato assorbito). A parte fare una crema con la ricotta e lo zucchero, unire la polpa della bacca di vaniglia, il riso cotto, l'uovo e lo strega.
Stendere la frolla e sistemarla in uno stampo dai bordi piuttosto alti, ricoperto con della carta da forno, versare il ripieno, con la frolla avanzata fare delle striscioline da sistemare sulla superficie per dolce e spennellarle con un po' di albume; far cuocere infine in forno caldo a 180° per circa un'ora.


giovedì 18 marzo 2010

Un'altra "crostata" ma salata...


Sempre con il profumo di primavera nell'aria ho preparato anche una torta salata. 
Amo le torte salate, le trovo geniali e veloci, spesso sono una sorta di ancora di salvezza in cucina, soprattutto quando non hai molto in frigo e gente da sfamare all'improvviso. Di solito usavo però la pasta già pronta, sfoglia o brisè, ma l'altro giorno ho voluto cimentarmi con la pate à quiche di Felder, trovata tempo fa sempre da Sigrid... è davvero ottima, la consiglio a tutti!
Per il ripieno ho usato delle erbette con del basilico e dello stracchino di capra - non so se ho già detto altrove che amo qualsiasi tipo di formaggio fatto con il latte di capra! 

A proposito dell'arrivo della primavera vi chiedo un consiglio: domenica sarà il compleanno di mia nonna, ben 90 anni di estrema loquacità sicula, e vorrei farle come regalo una torta - morbida visto che la nonnina è sdentata ;)  Avete qualche consiglio?!

Ingredienti:
per la pate à quiche:
200 g di farina
90 g di burro di centrifuga
5 g di sale
un uovo 
20 g di acqua

per il ripieno:
300 g di erbette
200 g di stracchino di capra
un uovo
sale
foglie di basilico

Preparare la pate à quiche lavorando con le mani la farina, il sale e il burro, finchè quest'ultimo non sarà completamente assorbito; unire poi l'uovo e l'acqua impastare il tutto e formare una palla, avvolgerla nella pellicola e farla riposare in frigo per almeno 3 ore. In seguito stendere la pasta con un mattarello e rivestire uno stampo da crostata ricoperto con della carta da forno. 
Intanto cuocere le erbette pulite per qualche minuto in acqua bollente e farle poi scolare molto bene; preparare l'impasto sbattendo l'uovo con il sale e lo stracchino, formando una crema (se troppo denso aggiungere un goccio di latte), unire le erbette e il basilico tritato; versare questo composto nel guscio di pasta e cuocere il forno già caldo a 180° per circa 40 minuti.

mercoledì 17 marzo 2010

Crostata di inizio primavera


Oggi ho tirato fuori la mia bici e mi sono avventurata sul pavè milanese per arrivare al lavoro: che meraviglia! Per me è arrivata la primavera (incrocio le dita, dato che esattamente 7 giorni fa nevicava!)!
E come festeggiare l'arrivo della primavera se non con un bel cestino di fragole, rigorosamente italiane, immerse in una crema semplice e voluttuosa?!
Ecco quindi la mia torta, forse non bellissima, ma senza dubbio squisita, tant'è che l'ho preparata ieri sera - mentre l'uomo di casa era fuori a fare quello che fanno gli uomini primitivi... "procacciare il cibo?", "no, guardare l'inter al pub!" e stamattina ne è avanzata solo questa fetta!
Ho usato la ricetta della frolla di Felder, presa dal blog di Sigrid, da cui ho preso in prestito anche l'idea di fare una gelatina di menta  - lei tempo fa ne fece una al basilico, ma io avevo della menta che stava per urlare vendetta!

Ingredienti:
per la crostata:
250 g di farina
140 g di burro di centrifuga
100 g di zucchero
1 tuorlo

per la crema:
2 tuorli
35 g di zucchero
25 g di amido di mais
25 cl di latte
un vasetto di yogurt - o forse anche qualche cucchiaio in più...

per la gelatina di menta
una decina di foglie di menta fresca
mezzo bicchiere d'acqua
un cucchiaio abbondante di zucchero
il succo di mezzo limone
mezzo cucchiaino scarso di agar agar

fragole fresche

Setacciare la farina, unire lo zucchero ed aggiungere il burro a pezzi; lavorare l'impasto con la punta delle dita in modo da incorporare il burro ed avere una consistenza sabbiosa Unire il tuorlo ed impastare velocemente ottenendo un impasto omogeneo, formare una palla e coprirla con della pellicola, tenerla in fresco per almeno 3 ore. Trascorso questo tempo stendere la pasta con un mattarello e cuocerla in bianco in forno caldo a 170° per circa 20 minuti, coprendola con della carta da forno e usando dei pesi per non farla gonfiare  - io ad esempio sopra la carta da forno metto dei fagioli secchi - passati i 20 minuti togliere i pesi e la carta da forno e continuare la cottura per altri 5 minuti.
Preparare la crema sbattendo i tuorli con lo zucchero, unire l'amido di mais; nel fattempo far scaldare il latte togliendolo dal fuoco non appena bolle e versarlo sul composto di uova, mescolando attendamente per non far formare grumi; riporre la crema sul fuoco a fiamma bassa, mescolando finchè non si addensa. Versare la crema in una ciotola e coprirla a contatto con una pellicola, in modo che non si formi alcuna crosticina; quando sarà fredda unirla delicatamente allo yogurt.
Preparare la gelatina facendo cuocere per qualche minuto l'acqua con lo zucchero e le foglie di menta pulite con il succo di mezzo limone, nel frattempo sciogliere l'agar agar in pochissima acqua fredda e unirlo al resto non appena raggiunge il bollore, togliere poi dal fuoco e filtrare attraverso un colino e  iniziare a comporre la torta. Nel guscio della crostata versare la crema, coprire con le fragole a pezzi e spennellare la gelatina - ancora piuttosto liquida - sulla superficie; far riposare per almeno un'ora al fresco prima di mangiarla.

lunedì 15 marzo 2010

Strascinati con la menta conditi con vaghi ricordi lucani


Quando ho letto del contest organizzato da Paoletta e da Angela ho subito pensato che fosse una bellissima idea ed ho cominciato a far luce nei miei ricordi di bambina.
Radici lucane - capitolo 1.
Mio papà è nato in Basilicata e dopo un'infanzia passata a curare i maiali nelle campagne vicino a Senise  - da piccola mi ritenevo molto fortunata dato che non dovevo curare nessun maiale! - è stato portato da sua madre vicino a dove vive ora, non lontano da Milano. Quando ero piccola e la mia nonna paterna era ancora viva mi ricordo che ogni giovedì sera - l'unico giorno libero di mio padre - andavamo a cena da lei, che puntualmente preparava quelle che io e mio fratello chiamavamo "la specialità della nonna": pasta fatta in casa con le bucce e alette di pollo con le patate. Mia nonna era una donna molto dinamica, amante della campagna, che ha sempre lavorato la terra, sia quando da giovane viveva in Basilicata, rifugiandosi da un matrimonio impostole, sia quando si è trasferita in queste zone. A "causa" sua ho sviluppato una paura incontrollata delle galline - che esiste ancora! -  che teneva del suo "orto-giardino".
Poi quando ero ancora una bambina mia nonna si ammalò e fu trasferita in Calabria, a vivere con una zia, e i nostri contatti si fecero via via vaghi, limitati purtroppo a brevi telefonate in cui non sapevo mai cosa dirle se non "come stai, come stanno gli zii, com'è il tempo" oppure ogni tanto, quando lei mi chiedeva qualcosa io non capivo mai cosa mi stesse chiedendo, non riuscendo a tradurre quel suo strano e per me incomprensibile dialetto che solo anni dopo scoprì essere tipico delle sue zone d'origine.
Se c'era qualcuno che avrebbe potuto insegnarmi qualcosa sulle tradizioni e sulla gastronomia regionale era lei, lucana con alle spalle anni di convivenza con un compagno napoletano da cui aveva imparato anche le classiche ricette della cucina napoletana, ma io all'epoca ero solo una bambina e oggi riesco a ricordare qualcosa della sua cucina scavando nella mia memoria.
Dicevo che una delle sue specialità per noi era la pasta fatta in casa, ed io, abituata a vedere la pasta bella e perfette nelle vetrine del pastificio del paese, pensavo che lei non fosse brava a farla, dato che quello che ci proponeva era non proprio bellissimo a vedersi; solo di recente ho capito che si trattava di formati tipici, come gli strascinati a 5 dita, i frizzuli che lei faceva con il ferretto ricavato da un ombrello e forse anche delle lagane. Poi, da bambina schizzinosa quale ero, mi impressionavo a mangiare il sugo con le bucce, ovvero fatto senza togliere la pelle al pomodoro - da notare che ora raramente quando preparo un sugo di pomodoro elimino la sua pelle! Per questo ho deciso che per partecipare a questo contest avrei fatto una pasta, ma non potendo chiedere a nessuno la ricetta ho preso in prestito quella di Tinuccia, i cui post spesso mi aiutano a scavare nei ricordi di quegli anni.

Radici lucane - capitolo 2.
Quando ero una bambina convinta di vivere nella grande città - ed invece vivevo nel paesino in provincia di Milano immerso nelle risaie - durante una vacanza in Calabria mio padre e mia zia decisero di andare a visitare Senise, il paese in cui erano cresciuti e dove vivevano molti dei parenti mai conosciuti prima. Per me fu come entrare in un altro mondo: la festa di San Rocco, i botti, i balli con i ceri pesantissimi in testa, le donne vestite di nero con le treccia chiusa in testa, le bacinelle appoggiate sulla treccia e un asino a fianco, le stradine strette e diroccate, le casette piccole e addossate a queste stradine, e file di peperoni appese ai balconi... Noi in balcone avevamo i gerani, loro i peperoni - che poi ho scoperto essere i rinomati peperoni cruschi! Ricordo la trafila di parenti che abbiamo conosciuto, vecchiette dell'età di mia nonna che chiamavano mio padre - allora quarentenne - "zio" - perchè in effetti biologicamente lo era, ma io ero stranita al pensiero di avere cugine ultra settantenni! Ricordo un invito a cena alle 10 di sera (e io che pensavo che cenare alle 20 fosse tardi, dato che i miei compagni di scuola cenavano al massimo alle 19.30!) a base di frise e pomodori  con il mio pensiero fisso: "ma che cena è questa??", e poi ricordo che alcune vecchiette ci regalarono un formaggio tipico di cui mi sono innamorata al primo assaggio, il casaricotta - che poi ho scoperto essere cacioricotta, ma io all'epoca capivo casaricotta, quelle rare volte che capivo quello che dicevano...

Tutto questo vagare nei ricordi per spiegare la ricetta che ho scelto di fare, ovvero gli strascinati con la menta, che non avevo mai assaggiato prima... però gli strascinati, come detto, sono un ricordo legato a mia nonna, e i peperoni cruschi sono legati alle mie vacanze passate in Basilicata... la menta dona quel tocco di primavera di cui da giorni sono trepida attesa. Ho trovato questa ricetta sul web, credo in un sito della regione Basilicata (non ricordo bene), mentre per gli strascinati ho seguito quando scritto tempo fa da Tinuccia... In realtà la ricetta prevedeva anche un pò di  rafano grattuggiato ma io non l'ho trovato...Mi spiace non poter raccontare nulla del piatto in sè, ma forse ho già scritto abbastanza di quel che mi lega a questa regione.

Come forse si sarà capito, con questa ricetta partecipo al contest organizzato da Paoletta ed Angela, Puglia e Basilicata a tavola

Ingredienti:
300 g di semola di grano duro Senatore Cappelli
acqua tiepida quanto basta
sale
un peperone crusco
un pezzo di lardo, circa 120 g
mentuccia fresca

Su una spianatoia fare un fontana con la semola e versarvi al centro un pizzico di sale e l'acqua, ed impastare il tutto per almeno 10 minuti, ottenendo un impasto compatto. Farlo riposare coperto per circa 30 minuti, dopo ciò formare dei serpentelli  spessi circa 1 cm e tagliarli a pezzetti di 3 o 4 cm. Premere contemporamente con 3 o 4 dita su ogni pezzetto, trascinandolo verso di sè. Io li ho lasciati chiusi, mentre ad esempio Tinuccia preferisce aprirli con la mano. Farli riposare per almeno 20 minuti prima di cuocerli in acqua bollente salata. Per quanto riguarda i tempi di cottura io ho calcolato circa 9 minuti.


Mentre gli strascinati sono in pentola preparare un battuto con il lardo e farlo sciogliere in una padella, aggiungere poi il peperone crusco privato dei semi e sminuzzato e togliere da fuoco dopo 1-2 minuti. Condire gli strascinati scolati dall'acqua di cottura  con il battuto e il peperone, unire della mentuccia tritata e servire a tavola.






giovedì 11 marzo 2010

Io sarò una delle 99 colombe... e voi?


Non conoscevo i prodotti delle Sorelle Nurzia fino a qualche giorno fa, quando ho ricevuto l'invito di Artemisia e Lydia a partecipare ad una iniziativa bella e di grande solidarietà come 99 Colombe
Sorelle Nurzia è una storica azienda abruzzese, molto nota a livello locale - meno nelle altre zone d'Italia - che produce torroni, panettoni, biscotti e colombe; la realtà che quasi un anno fa ha devastato L'Aquila e le cittadine vicine ha duramente colpito anche questa azienda, che con grandi difficoltà sta cercando di riprendersi, mostrando una tenacia e una volontà non indifferente. A questo proposito invito tutti a leggere questa bellissima lettera di Mara, responsabile dei progetti speciali dell'azienda.
Cosa possiamo fare noi per aiutare Sorelle Nurzia? Cogliendo l'occasione della Pasqua vicina possiamo trasformarci tutti in colombe e fare un gesto di solidarietà vera verso Sorelle Nurzia, facendo conoscere i suoi prodotti al di fuori del suo mercato locale. Come? Facendo quello che noi foodblogger facciamo già quasi quotidianamente per divertimento e per passione: giocando con un prodotto delle Sorelle Nurzia, un colomba ad esempio. Creiamo una salsa di accompagnamento, una mousse, qualsiasi cosa la nostra creatitvtà culinaria ci suggerisca di fare con uno dei suoi prodotti. Non è però necessario avere un blog , tutti possono prendere parte a questa iniziativa!
Per ogni ulteriore informazione, per visionare il listino dei prodotti e altro ancora vi rimando al blog dedicato.
99 è il numero simbolo dell'Aquila, noi colombe possiamo essere molto di più.

martedì 9 marzo 2010

Panna cotta al matcha


Ecco la mia prima vera creazione con il tè matcha. Amo la panna cotta e i dolci al cucchiaio in genere, quindi il mio primo vero esperimento in cucina con il matcha (non sul blog, dato che ho già pubblicato un cake con il matcha) non poteva che essere una semplice panna cotta!
Giusto per essere golosi ho aggiunto un pò di cioccolato bianco fuso (che ovviamente si è subito solidificato!) che ha dato luogo a dei micropezzettini che insieme alla cucchiaiata di panna cotta stavano proprio bene in bocca ;)

Ingredienti:
250 ml di panna fresca
100 ml di latte
un cucchiaio di zucchero di canna - se piace dolce aumentare le dosi
un cucchiaio di tè verde matcha - anche qui le dosi vanno regolate a piacere
un cucchiaino scarso di agar agar

Diluire il matcha in poco latte, mescolando in modo da non avere grumi; unitelo poi alla panna, lo zucchero e al restante latte e portare il composto ad ebollizione. Nel frattempo sciogliere l'agar agar in poca acqua, unirlo al composto non appena inzia a bollire e togliere dal fuoco dopo un minuto. Filtrare nelle coppette, far raffreddare e riporre in frigo per almeno 3 ore.


lunedì 8 marzo 2010

Arrosto di maiale al curry con mele ed uvetta

 

Sono sempre più convinta della poco fotogenia della carne... è anche vero che io non sono certo una brava fotografa  - nemmeno discreta - però la carne in generale è tra gli alimenti che non riesco proprio ad immortalare in maniera degna! Peccato.
Questo arrosto è stato preparato qualche sera fa ed è piaciuto molto. Che il maiale con le mele sia ottimo non sono certo io a scoprirlo, così come nemmeno l'abbinamento mele e curry...  però personalmente non avevo mai provato ad unire questi tre sapori insieme!  Ho usato il burro chiarificato che avevo fatto tempo fa  - mi rendo conto solo ora di non averlo mai postato, pazienza! - che trovo buonissimo anche solo, poi mentre cucinavo mi sono accorta di avere finito il vino bianco, quindi ho sfumato le mele con dell'aceto di pinot grigio: consiglio di provarci  ;)

Ingredienti:
un filetto di maiale di circa 600 g
2 mele non farinose
un vasetto di yogurt greco
curry in polvere a piacere
una manciata di uvette
aceto di pinot grigio
burro chiarificato
sale

Preparare un crema con lo yogurt e il curry e massaggiarvi il filetto di maiale per qualche minuto, poi lasciarlo riposare con la crema per circa 40 minuti. In seguito cuocere il filetto in forno caldo a 200° per circa  50 minuti, poggiandolo su della carta da forno. Nel frattempo pelare le mele e tagliarle a fettine piuttosto sottili, farle cuocere per un paio di minuti in una padella con il burro chiarificato e sfumarle con un pò di aceto di pinot grigio, unire poi le uvette precedentemente ammollate in un pò di acqua tiepida e far cuocere a fiamma bassa con il coperchio per pochi minuti. Una volta cotto l'arrosto di maiale tagliarlo a fette e servirlo con le mele, bagnandolo con il sughetto formatosi. Se piace può essere servito con del riso basmati.


venerdì 5 marzo 2010

Cake supermorbido matcha-cocco


Ecco il mio primo dolce con il rinomato matcha! Non è proprio il primo ma è sicuramente il primo che posto.
Lo so, io arrivo sempre un pò in ritardo sulle scoperte della blogsfera, ma in fondo credo che l'importante sia arrivarci! 
Avevo acquistato il tè verde matcha mesi fa, durante la mia ultima - ahimè - incursione da Kathay, poi non so perchè non l'ho mai usato prima di qualche giorno fa... Credo sia stato il matcha dulce de leche di Sigrid a spingermi all'uso, insieme al fantastico gusto gelato matcha e cioccolato bianco gustato qualche giorno fa, quando la mia gola era in fiamme ed io ho pensato bene di mangiare il primo gelato dell'anno per porre fine alle mie sofferenze ;)  Prima di questo cake in realtà ho fatto un buonissimo dolce al cucchiaio al matcha, ma quello sarà un altro post!
Ho scoperto che il matcha mi piace, parecchio anche, e così ho voluto provarlo con le scaglie di cocco e come accostamento devo ammettere che non mi é dispiaciuto affatto...Sapori a parte, il cake è venuto morbidissimo, poco dolce e dalla consistenza quasi "panosa", ottimo per la mia colazione!

Ingredienti:
300 g di farina
una bustina di cremor tartaro
3 uova
100 g di zucchero di canna
un cucchiaio di matcha
3 cucchiai di scaglie di cocco
60 g di olio extravergine d'oliva leggero e fruttato
140 g di latte

Separare i tuorli dagli albumi e montare i primi con lo zucchero per qualche minuto, ottenendo un composto chiarissimo e gonfio; a parte montare a neve ben ferma gli albumi. Unire ai tuorli la farina setacciata con il cremor tartaro, il latte e l'olio e mescolare bene gli ingredienti, infine unire gli albumi montati amalgamando bene con movimenti lenti dal basso verso l'alto. Dividere il composto ottenuto in due recipienti e ad una parte unire il matcha setacciato e all'altra le scaglie di cocco. Versare il composto con il matcha in uno stampa leggermente imburrato ed infarinato, poi versarvi sopra l'altro composto e con uno stuzzicadenti fare qualche movimento per creare l'effetto marmorizzato; cuocere in forno già caldo a 170° per 45 minuti circa.


giovedì 4 marzo 2010

Caserecce con zucca piccante e catalogna


Ultimamente questo è il blog della rapidità...
Ci sono periodi in cui il tempo scivola via velocemente ed arrivo a fine giornata con la sensazione di non essere riuscita a fare nulla; sento la necessità di staccare per qualche giorno da una routine che inizia a starmi troppo stretta, che mi comprime incessantemente e mi fa quasi perdere il fiato, una routine che doveva essere "temporanea" ma per ora sembra non volersi staccare da me... o forse sono io che ho paura di staccarmi da lei?
In ogni caso... ecco un piatto di pasta ricco di verdure e di colore - che non guasta mai! -  con un ortaggio la cui stagione sta per finire. In realtà avevo una zucca in casa da mesi ma per pigrizia non mi sono mai decisa ad utilizzarla: odio doverla sbucciare! Così, quando l'altro giorno Qualcuno in un impeto di nervosismo mi ha detto "sono stufo di vedere questa zucca, cosa devo fare non vederla più, pulirla io?" non ci ho pensato due volte ed ho fornito il gentile volontario di tutto il necessario per pulirla ;) Ora ho dei perfetti - più o meno - dadini di zucca anche in freezer!

Ingredienti:
200 g di pasta (io ho usato il formato caserecce)
circa 160 g di zucca già pulita
un cipollotto
un pepeoncino secco
circa 100 g di foglie esterne di una catalogna a "puntarelle"
sale
olio extravergine d'oliva

Lavare bene le foglie di catalogna e gettarle in acqua bollente salata e farle cuocere insieme alla pasta. Nel frattempo tagliare la zucca a dadini e farla cuocere in una casseruola con il cipollotto tagliato a fettine, un filo d'olio e un mestolo di acqua; quando la zucca sarà tenere regolare di sale ed aggiungere  il peperoncino sbriciolato e continuare la cottura per qualche minuto, poi sminuzzare la zucca con una forchetta o se si preferisce ridurla a crema. Quando la pasta sarà cotta scolarla insieme alla catalogna e farla saltare per un minuto insieme alla zucca.

mercoledì 3 marzo 2010

Quando si dice un pranzo veloce...

 

Ieri già abbiamo iniziato a dare il benvenuto alla primavera, oggi invece ci viene ricordato che siamo ancora in inverno... ma con tutti questi sbalzi mi spiegate come è possibile non ammalarsi!? Io ormai mi trascino in giro come un zombie, con delle occhiaie tremende ed una voce che non riconosco come mia!
Le due palline nella foto sono parte del mio pranzo iperveloce di ieri (nel senso che ne ho mangiate molto più di due!), sicuramente non è nulla di originale ma a me sono piaciute molto e penso di riproporle, magari come aperitivo.
Sono solo delle mini scamorzine affumicate avvolte in fette di prosciutto, passate in forno o in padella per qualche minuto, e condite con un filo di olio al tartufo, servite con della rucola. Si vede che in questi giorni vado di fretta, eh?!

martedì 2 marzo 2010

Un pesto semplice con radicchio e pistacchi


Stanotte, o forse era già mattina - in ogni caso era ancora buio! - mi sono svegliata, complice l'ennesimo "ectiù" di questo malanno di fine inverno, e per la prima volta credo da quando vivo a Milano non ho sentito il rumore dei motorini e delle macchine provenire dalla finestra, bensì il piacevole cinguettìo di qualche uccellino... Mi sono quasi emozionata! Ero abituata a questo piacevole suono nel mio paesello di campagna, ma a Milano no!
Qualche settimana fa la mia dolce metà ha finalmente ripreso a cucinare per me... beh, mi ha preparato solo una cena, che ho gradito molto, soprattutto perchè  erano mesi che non cucinava per me! Mi ha preparato un buonissimo risotto con la trevisana, i pistacchi e la robiola di Roccaverano, davvero squisito... Sull'onda di questo abbinamento oggi ho preparato questo pesto estremamente difficile ;)

Basta infatti lavare, asciugare bene e tagliare a listarelle la trevisana, tritarla insieme ai  - veri e unici -  pistacchi di Bronte, del buon olio extravergine d'oliva e un pizzico di fior di sale. Si può conservare in frigorifero in un vasetto coperto da un po' di olio e gustare su una buona fetta di pane - io ne ho mangiato un pò spalmato su una fetta di pane di Matera preso da Angela, amo questo pane, a distanza di una settimana è ancora ottimo e fragrante! - oppure usarlo per condire una pasta... o anche così, a cucchiaiate!

lunedì 1 marzo 2010

Un buon cake ma malriuscito


Venerdì, prima di beccarmi l'ennesimo mal di gola con annesso raffreddore - ho sperimentato la prima cooking session in casa mia con 2 amiche. Abbiamo passato un bel pomeriggio facendo alcune cose semplici ma buone, ma complice la cattiva luce non riesco a postare nulla di quanto fotografato! Comunque ieri, nell'unico momento di forze che mi hanno invogliato ad alzarmi dal letto, ho deciso di provare un cake simile a quello fatto venerdì, anche se ho sostituito il latte con il latticello ed ho omesso il cioccolato bianco... Durante la cottura poi ho avuto la malaugurata idea di aprire il forno per fare la mia amata prova stecchino, dato che il cake mi sembrava già troppo colorito... Avete presente quando un castello di carte viene distrutto in men che non si dica?! Ecco, il mio cake che fino a quel momento era bello alto e gonfio si è sgonfiato in meno di un secondo! Beh, non sarò bello e alto ma perchè discriminarlo se comunque è morbido e buono?!

Ingredienti:
180 g di farina
18 g di cremor tartaro
2 uova
100 g di zucchero di canna
1 cucchiaio di crema di mandorle
170 ml di latticello
5 cucchiai di olio extravergine leggero e fruttato
la scorza grattuggiata di mezzo limone bio

Sbattere leggermente le uova con il latticello e l'olio, aggiungere poi lo zucchero, poi la farina setacciata con il cremor tartaro e amalgamare il composto, unendo infine la scorza grattuggiata del limone e la crema di mandorle. Versare in uno stampo leggermente unto e infarinato e far cuocere in forno già caldo a 180°, cercando di aprire il forno per controllare la cottura prima del tempo ;)